Cosenza
Spira una brutta aria per Mark Elliot Zuckerberg. Un’aria ammorbata da guai giudiziari. Guai piccoli e grandi legati a Facebook, la sua creatura che negli anni ha assunto i connotati del colosso mondiale del web. Il presidente del più diffuso social forum della rete, impegnato a fronteggiare lo scandalo degli utenti spiati, ha ricevuto nei giorni scorsi una comunicazione del Tribunale di Milano. L’ispiratore della più importante rivoluzione informatica è stato chiamato a deporre in aula. Zuckerberg dovrà essere interrogato il 18 giugno sulla vicenda che vede l’avvocato cosentino, Michelangelo Russo, parte offesa in un procedimento civile.
Da 6 anni il mondo del legale di Cosenza si affacciava sulla piazza virtuale del social forum più diffuso del pianeta. Saluti, commenti, aforismi, auguri. Tutto scorreva sul web. All’improvviso, è arrivato l’indesiderato distacco, il blocco apparentemente immotivato del profilo personale dell’avvocato Russo disposto dall’azienda. Un gesto poco “sociale”, una sorta di sfratto obbligatorio da quella “casa virtuale”, una «compressione della libertà di pensiero» che avrebbe prodotto nel legale «una grave lesione alla mia immagine».
Un sisma psicologico generato dalla frattura sentimentale da quei 208 “seguaci” (in gergo si chiamano “follower”). Gente che non ha più potuto seguire l’avvocato Russo nella sua quotidianità, che non era solo professionale e nemmeno solo privata. In totale, ben 1.046, persone che conoscevano sospiri e pensieri di giornata. Ma il danno che l’avvocato lamenta è che «col blocco dell’account mi risultava, conseguentemente, interdetta la possibilità di commentare, pubblicare o condividere post e contenuti vari nonché di utilizzare il servizio di messaggistica e taggare con i “like” i post dei miei contatti, fare loro gli auguri di compleanno e, più in generale, interagire con loro». Per tornare alla vita delle relazioni sociali, l’avvocato Russo è stato costreto ad «aprire un nuovo account al fine di ricostruire la rete di contatti, operazione quest’ultima tuttavia estremamente difficile e molto laboriosa da compiersi».