La caccia ai killer di Leonardo Portoraro prosegue anche nei laboratori della scientifica dell’Arma. Da giorni, i “camici bianchi” del Ris cercano volti da associare a quelle fisionomie sfumate che si notano nelle immagini delle telecamere a circuito interno acquisite dalle attività commerciale che sorgono sulla via Nazionale di Villapiana Lido. Non sarà facile trovarli perchè quei demoni che hanno sparato davanti al bar-ristorante “Tentazioni” sembravano affiorare da un’altra epoca. Precisione chirurgica, efferatezza e determinazione. Qualità indispensabile per sbarazzarsi dell’“indesiderabile” boss. Lo avevano scaricato tutti, ormai. I “nemici” di Doria e Corigliano e gli “amici” di Timpone Rosso. Persino i reggini con i quali Portoraro aveva stretto legami storici, legami di ’ndrangheta. Tutti contro di lui per quei lavori che cambieranno l’Alto Jonio cosentino. Era lui l’ultima diga verso quei 1.300 milioni che arriveranno con le ruspe. Era lui l’ultimo erede della ’ndrangheta degli anni Ottanta. Lui, un pezzo di storia definitivamente rimosso. Adesso la mafia delle ’ndrine si muove seguendo nuove regole. In quel pezzo della Calabria più settentrionale comandano gli zingari. Sono loro i padroni. L’ordine d’uccidere, però, è arrivato solo dopo aver sentito la “provincia” di Reggio. C’erano gli uomini d’onore di Corigliano, gente d’ambiente vecchia e nuova, con meriti antichi, che pretendeva la testa di Portoraro. E c’era il clan di Doria che spingeva nella stessa direzione perchè Portoraro avrebbe dato parecchi fastidi con i suoi lavori e le sue attività. Gli zingari lo tolleravano. Era stato persino chiamato in Corte d’assise a testimoniare in difesa di Celestino e Franco Abbruzzese, usando parole che solo gli amici possono usare. Ma alla fine, anche la ’ndrina più importante ha votato la sua eliminazione. Summit dopo summit la decisione di sbarazzarsi di Portoraro è diventata irreversibile. Troppo importante l’affare della Statale 106 Jonica per salvargli la vita. È un business che fa gola a tutti. Tanti, troppi quattrini che non si potevano lasciare a un uomo solo, un capo senza esercito. Del resto, ci sono gli amici che dalla Germania aspettano soldi da investire nelle loro attività. I rubinetti chiusi con l’inchiesta “Stige” dalla Dda di Catanzaro vanno riaperti dagli “amici”. La Germania connection di cirotani, zingari e coriglianesi porta tra Francoforte ed Offenbach e nel Land del Baden Wurttemberg, dove sorgono diverse attività. Il denaro “sporco” segue sempre le stesse rotte. E lassù, con i quattrini, hanno spostato sempre anche i latitanti e gli assassini utilizzati in missioni come quella di mercoledì a Villapiana Lido.
L’inferno scatenatoin 59 secondi
Mercoledì scorso, alle 11.20, la missione di morte firmata da due killer di professione. Sono arrivati in via Nazionale a bordo di un’Audi A3 rubata e hanno sparato con una pistola e un kalshnikov. Trentasei colpi, 35 dei quali hanno centrato Portoraro. Tuttoi in 59 secondi.