Tutta Cosenza è nelle loro mani. E non solo Cosenza. Nel mandamento degli zingari rientrano pure Rende, Castrolibero, Montalto e Mendicino. La loro legge è imposta con metodi che resistono al tempo per imporre il “pizzo”. Soffocano e spremono fino all’ultima goccia di sangue le loro vittime. E per moltiplicare il fatturato sono tornati a fare quello che avevano sempre fatto: il furto di auto col sistema del “cavallo di ritorno”. Quello delle estorsioni sui veicoli rubati è sempre stato uno dei rami aziendali più produttivi all’interno della rete affaristica del potente clan che ha la sua base tra via Popilia e via degli Stadi, pezzi di città impenetrabili e insicuri, che, negli anni, hanno assunto lo sfondo di terra di nessuno, ostile a leggi e a regolamenti. Quei quartieri sono diventati i fortini della potente ’ndrina dei nomadi che traffica in sostanze stupefacenti ma riempie la “bacinella” coi denari del racket e del “fiore” che i proprietari dei veicoli rubati pagano per tornare in possesso del mezzo.
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