Mario Occhiuto vuole tenere i pullman extraurbani fuori dalla città, facendoli fermare in sei stazioni hub sistemate in altrettanti luoghi clou: piazza Riforma, Vaglio Lise, Casali, Città dei ragazzi, svincolo A2 e un’ ultima nell’attuale autostazione. Che invece sarebbe in gran parte ridisegnata accogliendo una grande area commerciale coperta.
C’è chi dice no
L’ipotesi è bocciata senza se e senza ma da Luigi Mastrandrea dell’associazione Brutia commercianti impegnati proprio nell’area dell’autostazione, e da Raffaele Carnevale che è presidente provinciale dei tabaccai.
I due ricordano al sindaco «che quando si parla della vita delle persone bisogna stare molto attenti a quello che si dice e non fare dei progetti campati in aria. Abbiamo una provincia con oltre 150 comuni, la maggior parte dei quali non autonomo ma dipendente per tanti aspetti da Cosenza. Non si può pensare che una persona anziana che viene tutti i giorni a Cosenza per motivi di salute per fare analisi e controlli (in città girano più buste di istituti di analisi che di negozi) possa prendere due pullman o in alternativa una fantomatica bicicletta per girare la città e sbrigare le proprie commissioni. Così come non si può pensare che un bambino e comunque una persona non maggiorenne che arriva in città per andare a scuola debba fare la stessa trafila. Il nostro sindaco – aggiungono gli esercenti – deve sapere che un genitore preferisce che il proprio figlio prenda un solo autobus e arrivi al centro cittadino dove in tutta sicurezza può raggiungere l'istituto scolastico che gli interessa».
Rompono tutti
Mastrandrea e Carnevale notano che Occhiuto «giustifica il trasferimento con la motivazione che i pullman rompono le strade. Ma, caro Sindaco, i pullman elettrici dell’Amaco di cui lei parla le strade le rompono lo stesso. Anche perché per ogni pullman di linea che porta 60 persone ce ne vogliono 3 dell’Amaco, quindi se parliamo di danni se parliamo di traffico se parliamo di tempo noi con questa geniale trovata Ci potremmo trovare in una situazione molto più complicata e senza ritorno. Questa è forse l'unica città in Italia che non possiede una stazione dei treni al centro. Anzi diciamo che non la possiede proprio: sono le ditte private a gestire su gomma i collegamenti. A quanto pare il nostro sindaco è l'unico a non sapere questo proprio lui che fantasticamente parla di turismo».
Fiore all’occhiello
I due ritengono che il sito attuale dell’autostazione «dovrebbe essere potenziato e migliorato proprio perché dovrebbe essere il fiore all’occhiello della città. È qui che arrivano i non residenti». Con sarcasmo amaro sottolineano quanti negozi sono stati costretti a chiudere durante la realizzazione di piazza Bilotti mentre altri hanno riaperto subito dopo la chiusura dei cantieri. Tuttavia non le attività storiche ma improvvisate che negli ultimi tempi stanno registrando chiusure in tempi record.
Pericolo diabolico
«Caro Sindaco, errare è umano perseverare è diabolico. Lei ha pensato di pedonalizzare una gran parte di questa città Adesso vuole togliere i pullman ma nella sua testa i turisti, gli avventori che dovrebbero compensare la scarsa popolazione della nostra città che ha circa 60mila abitanti come e perché dovrebbero arrivare in questa città. Parliamo d’un centro commerciale al posto della autostazione. Ovverosia togliamo la possibilità di far arrivare ogni giorno migliaia di avventori e nello stesso tempo aumentiamo il commercio. Dobbiamo credere che ancora si possa vedere la moltiplicazione dei pani. Sì, perché questo nostro sindaco è quasi un Dio padrone indiscusso della città. Non staremo fermi a guardare questo altro scempio non staremo a guardare questo ennesimo attentato all'economia e alla stessa vita della nostra città e del nostro hinterland», sigillano Luigi Mastrandrea dell’associazione Brutia commercianti e il presidente provinciale dei tabaccai Raffaele Carnevale.