Se agosto è il mese simbolo delle vacanze e del completo relax, non lo è tanto per l’esercito di insegnanti calabresi di ruolo al Nord che attendono con ansia la tanto famigerata «assegnazione provvisoria». In attesa degli interventi di riparazione alla legge della “Buona scuola” promessi dal nuovo governo, per i professori del Sud nulla sembra essere cambiato. A tremare sono soprattutto quelli che, entrati in ruolo dopo tanta gavetta, sono effettivi nelle regioni del Centro-Nord. Per loro adesso comincia il conto alla rovescia per cercare di interpretare il loro destino. Perché, ad esempio, una consistente rappresentanza di docenti cosentini di ruolo tra Roma, Bologna e Firenze spera nel rinnovo dell’assegnazione provvisoria. «Non riesco a vivere con serenità questo mese di vacanze – racconta un’insegnante di Lettere della provincia di Cosenza – perché non so se a settembre dovrò rifare le valigie e spostare anche le mie figlie a Roma. Lo scorso anno mi è andata bene: sono stata assegnata provvisoriamente in Calabria ed esattamente in una scuola della Presila». Anzi, proprio questi prof hanno anche deciso di non partecipare al concorso per abilitati – che per chi ha scelto come sede la Calabria si sta svolgendo proprio nella settimana di Ferragosto per il sostegno e fine agosto per le altre classi di concorso con colloqui fissati nell’Usp del Reggino – perché questo concorso potrebbe significare per loro (che sono già di ruolo) un nuovo “pellegrinaggio” visto che chi è già di ruolo fuori vincendo questo concorso per la Calabria, in realtà, è come se ricominciasse tutto dall’inizio. Per capirci, ecco che cosa potrebbe succedere. «Sono diversi i motivi che mi hanno spinto a non andare il 17 agosto a sostenere l’esame per il concorso abilitati – racconta un’insegnante di Cosenza – perché la “Buona scuola” di Renzi ci ha solo rovinati. Io sono di ruolo a Roma e già da un anno ho avuto, finalmente, l’assegnazione provvisoria nel Cosentino. Quindi mi è andata bene. Se supero questo concorso, vengo cancellata dalla graduatoria di Roma e inserita in quella della Calabria con una destinazione imprecisata».
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