C’è un’altra Germania, una Germania che parla il dialetto calabrese. Una Germania ricca, saldamente nelle mani della ’ndrangheta. È tutta nelle loro mani, mani di reggini, cirotani, vibonesi, lametini, i coriglianesi e cassanesi. Storiche famiglie che si sono spartite territorio, regioni, città, quartieri, strade. Comandano loro, gestiscono il potere, frequentano i salotti della politica e dell’alta finanza. E fanno soldi a palate. Sono quattrini prodotti nelle miniere d’oro delle attività della ristorazione e moltiplicati poi attraverso investimenti in grosse partite di cocaina sudamericana. Il denaro “sporco” segue sempre le stesse rotte. E lassù, con il denaro, hanno spostato sempre anche i latitanti. Luigi Abbruzzese, il capo degli zingari di Cassano Jonio, era uno dei boss in fuga dalla sua terra. È rimasto nascosto a Francoforte sul Meno da dove avrebbe continuato a comandare la famiglia e a gestire gli affari. Un potere esercitato grazie alla collaborazione di familiari e “compari” che vivono in Germania. Dopo la cattura, la Mobile di Cosenza sta ricostruendo la mappa dei tanti amici cirotani e coriglianesi che hanno consentito al giovane boss tre anni di latitanza dorata. In tutto questo tempo, gli 007 del questore Giovanna Petrocca hanno ascoltato le voci dei suoi familiari e degli insospettabili fiancheggiatori. E interpretando l’alfabeto morse della famiglia Abbruzzese, sono arrivati all’ultimo covo, quell’anonima villetta, su un fianco di “Timpone Rosso” dove è stato catturato sabato mattina. Aveva due pistole, ma si è consegnato senza reagire. È evidente che le armi non gli servivano per difendersi dalla polizia. Probabilmente, dopo l’omicidio del boss Leonardo Portoraro sono mutati gli scenari criminali nella Sibaritide. E Abbruzzese si guardava dai nemici e, probabilmente, anche da qualche nemico.
Il pm di Castrovillari, Giovanni Tedeschi, accogliendo pienamente le argomentazioni dell’avvocato Cesare Badolato, ha firmato il decreto motivato di liberazione emesso nei confronti dei coniugi, Damiano Cerchiara, 58 anni, e Brunella Campana, 52, entrambi di Cassano Jonio, parenti della compagna dell’ex latitante Luigi Abbruzzese. I due erano stati arrestati e assegnati ai domiciliari con l’accusa d’aver favorito la fuga del compagno della nipote. I du sono tornati dunque in libertà.