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I sopravvissuti ricostruiscono il dramma

I sopravvissuti ricostruiscono il dramma

Investigatori a lavoro per ricostruire la sciagura del Raganello. I Carabinieri della Compagnia di Castrovillari, unitamente ai colleghi del Reparto del Corpo Forestale dello Stato hanno ormai intrapreso l’attività d’indagine con una serie di atti che verranno posti all’attenzione del procuratore capo, Eugenio Facciolla. Al primo passo, ossia il sequestro del Fiume Raganello, adesso seguirà una lunga fase di accertamento e ricostruzione documentale dell’evento luttuoso che ha mietuto dieci vittime e cagionato il ferimento di altre undici.

La Procura della Repubblica ipotizza, a carico di ignoti, i reati d’omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime, inondazione ed omissione di atti d’ufficio. Il procuratore Facciolla vuole andare fino in fondo a questa dolorosa vicenda. Ed è per questo che i militari dell’Arma hanno acquisito, in queste ultime ore, le immagini dei velivoli impegnati nel soccorso, nonché le immagini fotografiche scattate ai corpi senza vita ritrovati incastrati tra le pietre affilate del Raganello. Allo stesso tempo, sono state identificate le associazioni e le persone che operavano lunedì scorso nel canyon, ma anche acquisiti i bollettini meteo e altra documentazione utile nei comuni attraversati dal Raganello.

La ricostruzione interesserà anche le 44 persone messe in salvo, quindi scampate alla sciagura, che con le loro testimonianze dovrebbero cristallizzare, se ce ne sono, il quadro delle ipotetiche responsabilità. Ma l’azione degli investigatori non si ferma soltanto alla raccolta documentale: il sequestro del fiume starebbe per portare alla nomina di tecnici d’ufficio. Alcuni verranno inviati sul posto per risalire nuovamente i luoghi della sciagura, altri dovranno verificare segnaletica e se sono stati fatti osservare i pericoli lanciati dai bollettini meteo. «Al momento non c'è nessuna novità da poter comunicare. Stiamo acquisendo in continuazione atti e dati attinenti a quanto successo lunedì alle gole del Raganello, a Civita. Stiamo anche valutando la possibilità di avvalerci di una consulenza tecnica», comunicano dalla Procura.

Dal canto suo, invece, il sindaco di Civita Alessandro Tocci, che spera «di non essere tra gli indagati» ha emesso, ieri mattina, un’ordinanza con la quale ordina è stato divieto d’accesso «a persone e mezzi alle Gole del Raganello – tratto Ponte del Diavolo/Pietra Ponte – di Civita da qualsiasi punto di ingresso».

Il provvedimento è stato emesso in considerazione del tragico evento accaduto presso le Gole del Raganello e in considerazione del fatto che l’area sottoposta a sequestro è «stata affidata alla custodia del sindaco di Civita, il quale è tenuto a garantire e salvaguardare la pubblica e privata incolumità». Nell’ordinanza si specifica che «l’accesso all’interno dell’area interdetta sarà unicamente consentito alle forze dell'ordine. L’Ente Parco Nazionale del Pollino, dal canto suo, si muove anche per fronteggiare l’altra inchiesta, quella amministrativa, chiesta ed ottenuta, all'indomani della sciagura, dal Ministro dell'Ambiente, Sergio Costa. La prefettura è in campo per accertare, per come già successo a Genova, dopo il crollo della campata centrale del viadotto Morandi, un’azione di tutela amministrativa preventiva nei confronti degli amministratori interessati dall’attraversamento del Raganello.

Ieri, in particolare, l’Ente Parco, per come richiesto nel corso della riunione del 21 agosto scorso, ha trasmesso al ministro dell’Ambiente una dettagliata relazione sui compiti e sulle attività dell’Ente. La relazione, partendo dalla finalità principale per cui è stato istituito il Parco ovvero, quella della tutela della biodiversità, oltre a descrivere il «quadro normativo di riferimento, contiene un dettaglio sulle attività di tutela e conservazione che sono state effettuate nel sito stesso e chiarisce quello che è stata l’attività dell’Ente nel “Progetto Gole Sicure”». Una relazione inviata anche al prefetto di Cosenza, Paola Galeona, che ha partecipato ai funerali di una delle vittime, Gianfranco Fumarola, 43 anni, a Cisternino di Brindisi.

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