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Indagini tecniche sull'apocalisse di Civita

Indagini tecniche sull'apocalisse di Civita

Scavano da giorni in mezzo alla montagna di carte negli uffici del piccolo Municipio di Civita e nelle altre sedi istituzionali. Cercano delibere, visti, regolamenti e pareri sulle gole del Raganello, la principale industria del borgo. E non solo del borgo. I carabinieri della Compagnia di Castrovillari stanno raccogliendo documenti per l’inchiesta appena avviata dal procuratore Eugenio Facciolla, come conferma il comandante provinciale dell’Arma, il colonnello Pietro Sutera: «È un lavoro lento e progressivo e ognuno aggiungerà un tassello a questa vicenda». Ci sono dieci vittime che attendono giustizia. Dieci famiglie che pretendono la verità su una strage inspiegabile, la strage degli escursionisti del paradiso del Raganello. Il perno attorno a cui ruota l’inchiesta è rappresentato dalle condizioni meteo di quelle ore che hanno preceduto l’ondata di piena, a Civita e anche più su di Civita. La Prociv calabrese aveva diramato l’allerta gialla sull’intero comprensorio, un segnale d’attenzione che sarebbe stato ignorato (o quanto meno sottovalutato), almeno secondo il procuratore Facciolla. I sindaci, però, si sono difesi, hanno già rappresentato il loro disagio nei confronti della struttura regionale e delle comunicazioni periodiche. La verità, probabilmente, affiorerà dalle testimonianze dirette dei 44 sopravvissuti che verranno incrociate con i dati satellitari, climatologici, previsionali e statistici d’archivio in possesso degli istituti di meteorologia nazionali e regionali. Un mosaico che dovrà essere ricostruito muovendosi con scrupolo all’interno della filiera delle responsabilità. Una testimonianza, intanto, l’ha già raccolta direttamente il procutare Facciolla col il racconto del dolore della vedova dell’agente penitenziario di Martina Franca che è stato travolto da quel muro d’acqua dopo aver salvato i suoi bambini. La donna, che era in vacanza dai parenti a Vaccarizzo Albanese, avrebbe detto di essere rimasta a casa col terzo figlio, il più piccolo, proprio perché nel cielo si stavano addensando nubi. Qualcuna delle guide storiche ha spiegato che in presenza di tempo incerto non sarebbe opportuno avventurarsi tra le gole. Ci sarebbero dei testimoni che raccontano di un temporale su San Lorenzo Bellizzi (che si trova nella parte alta del Raganello) intorno alle 13 o poco più con tanta acqua finita nel torrente. Altri testimoni riferiscono, invece, che nelle gole ci sarebbe stato ristagno d’acqua dopo le numerose precipitazioni dei giorni precedenti. Voci, sussurri. Qualcosa è già finita a verbale, qualche altra verrà messa nero su bianco nelle prossime ore. Una ricerca della verità che proseguirà anche nei prossimi giorni. Domani, intanto, cominceranno i sopralluoghi dei consulenti tecnici nell’area del torrente. Si tratta di un pool di cattedratici dell’Unical che dovrà dare una spiegazione all’apocalisse di Civita.

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