Quasi un sortilegio che dura da 39 anni e mezzo. Il Cosenza proverà ancora una volta a spezzarlo ritrovando la vittoria interna, in campionato, con il Catanzaro. I tre punti potrebbero diventare la chiave di volta della stagione ma soprattutto renderebbero meno sbiadito il ricordo di quell’1-0 firmato Alberto Aita, appartenente ormai a quattro decenni fa. A sperare più di tutti di essere affiancato nella storia da un nuovo beniamino è proprio l’ex calciatore silano, ora allenatore del PraiaTortora e acceso tifoso del sodalizio silano.
Eroe a sorpresa
Quel pomeriggio del 6 aprile 1985, in serie C, i due protagonisti annunciati del derby erano Gigi Marulla, da un lato, e Giuseppe Lorenzo, dall’altra. Entrambi stazionavano a ridosso della prima posizione della classifica dei marcatori del girone. «Nessuno avrebbe mai immaginato che potessi essere proprio io il match winner di giornata. Non ci credevo neppure io, ad essere sincero, ma quella volta è toccato a me rubare la scena. Davvero una casualità perché non ho mai segnato tante reti nella mia carriera», spiega Aita. Ecco che allora domenica potrebbe essere la volta di un nuovo protagonista a sorpresa: «Se dovessi spendere un nome, farei quello di Aldo Florenzi. Anche lui è passato dal settore giovanile rossoblù. Per caratteristiche tecniche è molto simile a me. Queste affinità mi spingono a fare il tifo per lui, mi farebbe piacere se dovesse toccargli di vivere le emozioni che ho potuto assaporare. Quando ho fatto gol, peraltro con il mio piede debole, il sinistro, mi sono voltato indietro e sono corso ad esultare sotto la tribuna B perché in quel settore erano sistemati un gruppo di miei amici di Cetraro. A 25 anni, probabilmente, non sono riuscito a godermi pienamente quella gioia. Tutto si è compensato in questi anni. Non c’è un tifoso del Cosenza che non mi ricordi quel gol e quel successo così importante. La vigilia è stata molto tesa, cercavamo la vittoria ad ogni costo. I tifosi sono stati eccezionali, il colpo d’occhio e la coreografia li ricordo come fosse ieri. In più, volevamo riscattare l’accoglienza ricevuta a Catanzaro nella gara d’andata».
Ricordi
Nostalgia e malinconia non sono stati d’animo che accompagnano l’ex centrocampista, con oltre 100 presenze con la casacca dei Lupi. Il suo presente è lontano dai riflettori ma non ha nessun rammarico: «Alla mia età bisogna dare largo ai giovani. Ho 64 anni e non penso ad un ritorno nel Cosenza con qualche ruolo. Provo però uno straordinario orgoglio per essere parte della storia del club, ciò che più mi lusinga è sapere che la mia gigantografia è presente nella Hall of Fame del tunnel degli spogliatoi del “Marulla” tra Bergamini e Marulla, due icone della nostra squadra».
Discorso
Alberto Aita comunque ha un desiderio. Lo ammette con un pizzico di imbarazzo: «Mi piacerebbe incontrare la squadra, parlare con loro senza fare pubblicità del nostro colloquio. Vorrei trasmettere loro emozioni, sensazioni vissute e ciò che può significare una vittoria contro il Catanzaro per tutta la provincia. Certo, dovrebbe essere d’accordo pure Fabio Caserta...». L’ex centrocampista conosce bene l’allenatore di Melito Porto Salvo: «Quando era ancora giovanissimo e militava nel Locri, in serie D, io guidavo già il Lauria. Ho tentato in varie occasioni di allenarlo. Era già molto bravo, non a caso poi ha avuto una carriera brillante. Mi sarebbe piaciuto averlo con me ma dopo alcuni tentativi per me infruttuosi, spiccò il volo e non ci fu più nulla da fare».
Crescita
I rossoblù di oggi hanno mostrato di essere pronti a compiere un passo in avanti: «Quest’anno – chiude Aita –, il gruppo costruito è molto forte. Dopo qualche stagione di sofferenza però è inevitabile che il primo obiettivo resti la salvezza. Prestazioni come quella di Parma però lasciano ben sperare. Il Cosenza ha dimostrato di poter giocare alla pari contro la prima in classifica e questo è da tenere in considerazione».