Nel mucchio selvaggio di serie B dieci squadre sono racchiuse nello spazio di dieci punti. Il Cosenza continua a rimanere a metà del guado, da un lato alimentando il rammarico per aver cestinato sette opportunità per inserirsi nei piazzamenti playoff; dall’altro con l’incubo di un nuovo playout da scongiurare. Il ritardo dall’ottavo posto è rimasto invariato (-3), i silani hanno guadagnato un punto sul settimo piazzamento del Brescia (distante quattro lunghezze, aspettando la gara di questa sera dell’Ascoli contro la Sampdoria) ma nel rompicapo cadetto devono continuare a fare i conti con la parte bassa.
Il confine playout è invece distante quattro lunghezze, un margine che non consente certamente di vivere in totale serenità, a maggior ragione se il prossimo avversario si chiama Ternana ed è quartultimo. Nella paradossalità di un torneo come sempre equilibratissimo, sabato prossimo, i Lupi hanno la possibilità di rilanciarsi per obiettivi più ambiziosi oppure finire definitivamente affossati nella palude. Alla squadra di Fabio Caserta continua a mancare il quid necessario per attaccarsi al treno principale. La forte flessione delle ultime settimane (due punti in quattro partite) rischia di far piombare l’ambiente nello sconforto. Il campionato del Cosenza, dunque, può essere tutto e il contrario di tutto. Tocca al tecnico però dare quelle risorse mentali mancate fin qui.
Bisogna invertire anche la tendenza al “Marulla” dal quale nelle ultime tre partite più recenti è giunto soltanto un punto. Dal doppio turno casalingo con Catanzaro e Cittadella ci si attendeva di più. Le difficoltà della partita contro i granata, ampiamente prevedibili alla vigilia della partita, sono state corroborate da quanto si è visto sul prato. L’attacco rossoblù dipende fortemente da Gennaro Tutino, da solo protagonista del 38.71% dei gol totali realizzati. Vale a dire che il napoletano ha messo su più di una rete su tre segnata fino a questo momento.
I silani hanno faticato per diversi momenti della partita, facendo vedere le cose migliori nella seconda parte del primo tempo. Micai e soci hanno sofferto la pressione alta e organizzata esercitata dalla squadra di Gorini. Specie nei primi venti minuti, i rossoblù hanno avuto difficoltà ad uscire dal basso perché fronteggiati da quattro o cinque avversari. La trappola, in più di una circostanza, ha costretto il Cosenza ad impostare con il portiere.
Per questo motivo, le due azioni più pericolose confezionate dai bruzi sono giunte da un recupero a centrocampo di Voca e da un lancio lungo con le mani dell’estremo difensore mantovano per Florenzi. Nella metà campo avversaria, Antonucci - per un tempo - è risultato il migliore dell’undici di Caserta. Il giocatore romano, che oggi compie 25 anni, ha cercato sempre la combinazione con gli uomini della trequarti, disseminando alcune giocate interessanti e rendendosi a sua volta pericoloso in una delle due volte nelle quali Frabotta è arrivato al cross. Segnali positivi in una fase nella quale Marras non sta brillando mentre Canotto non è riuscito a convincere neppure sabato.
Il match contro i veneti ha inoltre restituito un’altra prova incolore di Francesco Forte. Lo “squalo” ha calciato soltanto una volta ma il suo tentativo è stato respinto da un difensore avversario.
Un Cosenza involuto continua a frenare: sempre più Tutino dipendente
I silani non riescono a compiere il tanto atteso salto di qualità. Contro il Cittadella altra prova opaca
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