Tutino e il Sigillo della città di Cosenza: “In cima ai miei pensieri”. Il sindaco a Guarascio: “Presidente, lo tenga!”
Tutino e il Sigillo di Cosenza. Ma non sarebbe sbagliato neanche affermare che Tutino è il Sigillo di Cosenza, inteso come certificato di garanzia e qualità per il popolo rossoblù. Un verbo al posto di una congiunzione, ma tutto il resto rimane uguale. Stamattina, il centravanti rossoblù di proprietà del Parma (il Cosenza vanta il diritto di riscatto, da esercitare entro metà mese) ha ricevuto a Palazzo dei Bruzi la più alta benemerenza che si possa offrire a una personalità della città. Per intenderci, la prima è stata attribuita alla Madonna del Pilerio. Una fetta di tifoseria ha assistito all'evento che si è tenuto nel Salone di rappresentanza, spingendo a gran voce per la conferma del centravanti, alla presenza del sindaco Caruso (ha lanciato il suo appello anche lui) e del presidente Guarascio. In prima fila anche lady Tutino, Arianna Russo, che proprio a Cosenza ha dato alla luce due bambini. Al di là del prestigioso riconoscimento, pioggia di domande sia per il patron sia per l'attaccante: “Vogliamo la verità!”. Una richiesta suffragata anche dalle parole del cerimoniere di giornata, Pino Di Donna: “Siate sinceri, Tutino resta?”. Un interrogativo dribblato solo in parte, perché una domanda così diretta si può eludere tanto quanto... Alla fine, il presidente Guarascio si è lasciato andare a un inequivocabile: “Stiamo lavorando alla permanenza di Tutino”. Meno netto il diretto interessato: “Cosenza è in cima ai miei pensieri, sapete i miei sentimenti nei confronti di questa città. Poi sono reduce da una piccola vacanza con la mia famiglia e non ho voluto sentire nessuno in questa fase. Devo parlare con il mio procuratore: (Mario Giuffredi: ndc)”. Tifosi accontentati? Solo in parte, perché la consapevolezza che la permanenza di Tutino a Cosenza resti molto complicata alberga nell'aria e sfonda la speranza di un popolo che ha trovato il suo re, il suo Papa, il suo imperatore, il suo sindaco. Il suo tutto. Ma quello stesso popolo sa benissimo che le sirene del mercato e della serie A, per un ragazzo cha a 28 anni sembra aver trovato il suo equilibrio e raggiunto la sua maturità calcistica, sono difficili da scacciare. Altri treni così importanti non ne passeranno molti. Ecco perché perdonerebbe un altro addio di Tutino, dando per scontato che, quanto meno il riscatto dal Parma avvenga in tempo utile e possa consentire di costruire una squadra competitiva. Ecco, se ciò non dovesse verificarsi (e l'attaccante tornasse definitivamente a Parma, per poi essere ceduto al migliore offerente) si aprirebbe un nuovo squarcio tra la tifoseria e il presidente. Quello sì che sarebbe imperdonabile.