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Cosenza, da domani si inizia a fare sul serio. Da Gemmi (forse) a Tutino e Florenzi, dal ritiro al settore giovanile: ecco le mosse necessarie

Da domani si dovrebbe iniziare a fare sul serio. Il condizionale è d'obbligo. E solo chi non conosce il presidente Guarascio e le sue tempistiche slow può scandalizzarsi di fronte a cotanta prudenza. Già, perché in passato il patron del Cosenza ha abituato tifosi e addetti ai lavori a un timing tutto suo che, spesso, mal si sposa con i ritmi del calcio moderno. Ma l'imprenditore di Parenti, si sa, non nasce uomo di calcio, ha sempre fatto fatica a calarsi pienamente in questo mondo, preferendo, semmai, far adattare gli altri al suo credo e al suo modus operandi. Apparentemente non è cambiato nulla rispetto al passato, eppure qualcosa in più c'è e gliene va dato atto. Perché il Cosenza che si avvia a prendere parte alla settima stagione di fila in serie B ha già l'allenatore (Viali vanta un altro anno di contratto e solo una rottura con Gemmi potrebbe mettere in discussione la solidità del rapporto con i silani), oltre a uno zoccolo duro niente male: da Micai a Camporese, passando per Calò e Marras, tanto per citare alcuni dei protagonisti (non gli unici) dell'ultima stagione. Una buona base, certo, da consolidare ripartendo proprio da alcuni elementi-chiave giunti in riva al Crati in prestito (su tutti Zuccon, Mazzocchi e Antonucci). Ma sono altre le questioni più urgenti, che vanno analizzate minuziosamente.

Gemmi e la continuità, ma...

Quasi come in un flashback, sembra essere ripiombati nel passato. Esattamente a 12 mesi fa, quando il destino del direttore sportivo Roberto Gemmi sembrava essere lontano dalla Città dei bruzi. Ma proprio come a margine della stagione 2022-2023, l'ex deus ex machina del Pisa ora pare destinato a restare a Cosenza (ma ancora non è detta l'ultima, anzi...). Naufragata l'opzione Reggiana resta viva la pista Spezia. Sia chiaro, al direttore sportivo campano non dispiacerebbe affatto proseguire la sua avventura in rossoblù, perché c'è la sua mano sulla crescita in termini di piazzamento. Ma è proprio il nono posto della passata stagione... il problema. Già, perché una piazza ambiziosa come Cosenza, che sogna una notte sì e l'altra pure la serie A, dopo essere stata a un passo dai playoff, non può certo accontentarsi di navigare a vista. E Gemmi lo sa, per questo ha chiesto garanzie. Con o senza Tutino (capitolo a parte), i rossoblù dovranno essere competitivi, giocarsela, lottare per i playoff. Senza se e senza ma. Ecco perché, trascorso un mese esatto dalla salvezza matematica ancora non si è mossa foglia. Ma il tempo stringe, perché stasera si chiuderà il cerchio cadetto con il secondo e ultimo della finale playoff tra Venezia e Cremonese, e da domani (in attesa che termini la serie C) si troveranno quasi tutte potenzialmente sulla stessa mattonella ai nastri di ripartenza.

Tutino e la conferma

Se la seria A resta il sogno a medio-lungo termine, quello a brevissima scadenza è la permanenza di Tutino. Il tifoso rossoblù - e ne ha ben donde - non contempla che questi due scenari: riscatto dell'attaccante e conferma oppure riscatto dell'attaccante e cessione con megaplusvalenza per allestire quella famosa squadra da playoff. Tertium non datur. E il terzo scenario, da incubo, coincide con il mancato acquisto (il diritto scadrà a metà mese) di Tutino dal Parma. Una follia, ma chi conosce la storia recente del Cosenza fa bene a non scartare nessuna ipotesi. E Tutino? Al di là delle dichiarazioni, che sono sentite (sentitissime), parliamo di un ragazzo di 28 anni che si appresterebbe a firmare l'ultimo contratto di un certo livello (dai 30 anni in poi, per tutti, la musica cambia), con la prospettiva di affacciarsi nuovamente su quel pianeta che ha calcato senza successo e per poco tempo: la massima serie. Ecco perché in caso di permanenza a Cosenza non si strapperebbe certo i capelli (sia lui che la sua famiglia vivono benissimo), ma non è insensibile alle sirene della serie A. In più, guai a dimenticarsi che nel calcio c'è una variabile non da poco conto chiamata procuratore. E il suo agente, Giuffredi, non è insensibile al corteggiamento di altri club (già strizzato l'occhio alla Salernitana, squadra che lo stesso Tutino ha contribuito a riportare in A a suon di gol), pur consapevole che, almeno in questa fase, la palla è comunque in mano al presidente del Cosenza che, esercitando il diritto di riscatto dell'attaccante campano, avrebbe voce in capitolo su ogni eventuale scelta del suo numero 9. Fino ad allora, è lecito ascoltare chiunque e farlo insieme al Parma, attuale proprietaria del cartellino. Tempistiche? Chiarissime, in questo caso: oltre al 15 giugno non si potrà andare, almeno per il riscatto.

Florenzi e la ripartenza

C'è poi la questione legata a Florenzi. Rispetto a 12 mesi fa la considerazione del centrocampista scuola-Chievo è cambiata, soprattutto a causa di un infortunio che lo ha tenuto ai margini della formazione titolare per troppo tempo. Ma proprio perché è intervenuta una variabile così incisiva, val la pena riprovarci. Perché nel biennio precedente il giocatore sardo ha dimostrato di valere la categoria. Il suo rilancio è un obbligo, perché Florenzi è un patrimonio rossoblù.

Il ritiro

Rispetto alle ultime stagioni, stavolta, l'intenzione sembrerebbe quella di non salpare altrove. Ecco perché l'altopiano silano è molto attenzionato (Lorica, in particola modo), ma sullo sfondo c'è sempre il centro Italia (l'ultimo precampionato è stato svolto ad Assisi). Anche qui, non si può temporeggiare ancora per molto.

Il settore giovanile

Il Cosenza, da un paio di anni a questa parte, ha un responsabile del settore giovanile che, sul solco del lavoro effettuato dai predecessori, ha costruito una “creatura” credibile e prolifica. Florenzi, Zilli, La Vardera, Arioli, Cimino e Novello non sono frutto del caso, ma del lavoro certosino di Sergio Mezzina. La sostenibilità di un club passa anche (e soprattutto) dalla qualità del serbatoio chiamato settore giovanile. Ma anche questo richiede investimenti. Il vivaio va curato, spendendo qualche soldino in più, con la prospettiva di poter raddoppiare i virgulti. Per avere “più Florenzi” e “più Cimino”, il solito compitino non basterà.

 

 

 

 

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