Cosenza, la solitudine del numero uno: un'intera città spinge per la cessione. La risposta di Guarascio? I mini-abbonamenti
La città di Cosenza è in fermento, ma la società continua a mantenere la linea silenziosa di sempre. Che poi parlare di società è un concetto troppo ampio, se si considera che alla guida c'è sempre (e solo) stato il presidente Eugenio Guarascio, da qualche mese rimpiazzato “formalmente” dall'amministratore unico Rita Scalise. Ma la sostanza non cambia. Da giorni ormai tengono banco le avance di imprenditori cosentini, supportati da un fondo arabo, per l'acquisizione dell'intero pacchetto societario. Eppure ufficialmente dalla “società” bruzia nessuno dice nulla di nulla. Anche se, per la prima volta in tanti anni di gestione, anche qualche collaboratore privatamente si sbottona un po' di più, al contrario di altre volte in cui corteggiamenti e trattative sono stati camuffati a dovere e tenuti sotto sale. Tutti allineati e coperti. Ora è proprio dall'interno che nasce questa pulsione di evadere dalla quotidianità guarasciana. Perché anche dall'interno la misura è colma. Ai tifosi (ormai i fedeli sostenitori del patron restano pochi) si stanno accodando tutti gli altri. E il presidente? Se è intenzionato a cedere perché ancora la tira per le lunghe? È proprio questo il motivo che sta mandando in bestia i supporter rossoblù. Non foss'altro perché chiunque dovesse salire in cattedra e ereditare la poltrona del presidente, vorrebbe farlo potendo incidere immediatamente, ovvero nel mercato di gennaio, che è iniziato da qualche giorno con i soliti tentennamenti. Peccato che il Cosenza sia ultimo in classifica e abbia un organico di quasi 30 giocatori da sfoltire (un paio sono andati via, ma non si tratta di operazioni onerose che fruttano quattrini). Perché la regola è sempre quella: prima s'incassa, poi - semmai - s'investe. Silenzio dunque. Tanto sulla questione societaria quanto su tutto il resto. L'unico acuto presidenziale è stato... il miniabbonamento in occasione delle prossime tre partite casalinghe del Cosenza. Un altro indizio sul suo essere restio alla cessione? A questo punto, tutto può essere. Ma chi sta dall'altra parte non è scemo e non attenderà ancora a lungo. In più ci sono una squadra da salvare e una tifoseria che non ne può più. Il numero uno è sempre più solo.