Cosenza

Martedì 25 Febbraio 2025

Cosenza in discesa verso il baratro. Il progetto Alvini non ha funzionato

Un copione osservato una e più volte: il Cosenza comincia in maniera decisa e convinta, prova a minacciare gli avversari ma al primo errore subisce e da quel momento in poi non riesce più a reagire, attanagliato dalla paura. La squadra che riusciva a reagire alle difficoltà, riprendendo anche situazioni complicate, non esiste più. Si è diluito da tempo il progetto di Massimiliano Alvini. Il tecnico toscano non è più capace di far suonare la sveglia al suo gruppo e dopo essere stato scaricato dalla società, che aveva già dato pensato all’avvicendamento con Cristiano Lucarelli prima di fare un passo indietro in pieno stile guarasciano, e rigettato anche da una fetta sempre più consistente di tifosi. I silani rimangono sospesi, in attesa di inabissarsi in serie C, come logica conseguenza di una stagione gestita nel peggiore dei modi ai piani alti, fin dalla vigilia. Il calciomercato invernale è stato l’ultimo segnale di resa di un «hobby» lasciato al suo destino. Nonostante ciò, rimangono ancora due mesi poco più di campionato e il Cosenza ha quantomeno il dovere di onorare la sua storia, quella dimenticata e bistrattata dalla stessa società (che domenica inspiegabilmente non ha realizzato neppure un post per ricordare il 111esimo anno del sodalizio), terminando con dignità. Ciò può accadere difficilmente se le gare dei rossoblù continueranno a durare soltanto un quarto d’ora. Come era successo a Castellammare di Stabia, quando Garritano ha impensierito in avvio Thiam, contro il Palermo al “Marulla” la squadra ha alzato bandiera bianca dopo le clamorose chance di Artistico, considerato dal direttore sportivo Gennaro Delvecchio il fiore all’occhiello delle operazioni di gennaio. Il ritardo dal quartultimo posto (otto punti distante) e quanto visto fino a questo momento hanno lasciato intendere che ormai la direzione non può essere più cambiata. Le critiche non sono state in grado di suscitare neppure un impeto d’orgoglio. Tutto, tra una promessa di cessione e continui atti ingiuntivi, è abbandonato ad un destino che diventerà probabilmente più chiaro quando questo campionato sarà finalmente finito e ci si avvicinerà al prossimo. Intanto, vige un lassismo totale. Un remake del 2021 quando Occhiuzzi è stato mantenuto in panchina dall’inizio alla fine di un’annata fallimentare in termini sportivi, salvata soltanto in ambito federale in virtù della sparizione del Chievo Verona. Guarascio, ora tentato dall’idea Belmonte, riflette. Con undici partite ancora sulla sfondo, la tifoseria ha risposto in maniera ironica al tris del Palermo, ha applaudito Pohjanpalo e ha intonato cori di desolazione e rassegnazione oltre a quelli tornati ormai consueti di contestazione verso Guarascio. Anche armati di infinita pazienza, però, risulterà inaccettabile continuare a ricevere tre sberle a partite. Rimangono ancora il derby con il Catanzaro e altre dieci partite ed è impensabile sostenere il trend avviato con il nuovo anno solare in cui sono giunti un pareggio, una vittoria e cinque sconfitte, tredici gol subiti e quattro realizzati. Una situazione estremamente sconfortante.

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