“Ehi papà, hai visto da lassù?”: cuore e tecnica per salvare il Cosenza. Garritano può essere l'uomo dell'ennesimo miracolo

Gli occhi gonfi di lacrime e il sorriso amaro di chi, questa prestazione, avrebbe voluto sfoggiarla davanti agli occhi della persona che gli ha dato la vita. Che lo ha sempre guidato e accompagnato nel suo percorso di bambino con un sogno, prima, e di calciatore, poi. Ora che papà Adolfo non c'è più, la vita è più pesante per Luca Garritano. Anche lui è padre, ma resterà per sempre figlio. Quel figlio che ha reso orgoglioso il suo “vecchio” tante volte. Come quando ha spiccato il volo per Milano, sponda Inter. Come quando ha esordito in serie A con i nerazzurri. Come quando è tornato per la prima volta nella sua Cosenza. Come quando ha scelto, nonostante una situazione di classifica e societaria drammatica, di tornare per la seconda volta alla casa madre. Come ieri, quando nel momento di difficoltà della squadra ha tirato fuori una prestazione notevole, correndo dal primo minuto fino a quando, sfinito, ha lasciato il campo. E il pubblico del “Marulla” gli ha tributo un omaggio commovente: quella standing ovation e quell'affetto che avrebbe meritato anche nella prima parentesi rossoblù: ma, si sa, nessuno è profeta in patria e anche il cosentino Garritano ha pagato questo pesante scotto. È tornato e lo attende un'impresa molto più ardua di addolcire i giudizi su un figlio della terra bruzia che indossa la maglia della propria città: c'è da salvare una squadra ultima in classifica e lontana dalla salvezza. Ma la prova offerta contro la Reggiana è più che confortante. Una partita preparata con la solita professionalità nonostante venisse da un momento: «Quando noi siamo andati a giocare a Modena, lui si è allenato a poche ore dal grave lutto: un atteggiamento super», ha commentato a fine gara il tecnico Tortelli.