
Qualche speranziella di rimuovere il “masso” Guarascio che ostruisce la porta delle ambizioni rossoblù i tifosi l'avevano coltivata nelle ultime settimane. Prima le parole del sindaco Caruso, poi la conferma di un aspirante candidato alla successione (l'imprenditore locale Alfredo Citrigno): qualcuno aveva fatto la bocca all'addio dell'attuale presidente del Cosenza. Lo stesso Guarascio aveva confermato l'esistenza di un interlocutore ma, a giudicare dall'esito (oggi pomeriggio Citrigno ha ritenuto chiusa in negativo la trattativa), anche stavolta si è trattato di un modo per prendere tempo e gettare fumo negli occhi. Ormai nessuno dà più credito al patron che, nelle ultime ore, sfoggiando la formula tipica di chi vuole mostrare i muscoli (adiremo le vie legali se...), ha chiesto una precisazione dopo un articolo scritto da Gazzetta del Sud (e ripreso da alcuni giornalisti impavidi che prima lanciano il sasso e poi... nascondono la mano) legato al futuro del settore giovanile: una nota in cui si giustifica la possibilità di trascinare il vivaio del Cosenza nella lontana Marzi con l'intento... di valorizzare il territorio. Un'altra boutade a prova di creduloni. Ma ormai nessuno è cascato nella trappola del presidente, così come in pochi hanno sperato nel passaggio di proprietà. Perché l'attuale presidente del Cosenza si è incatenato alla propria creatura e resta avvinghiato alla sua corona, seppur non abbia più un regno perché tutti (fino a prova contraria...) gli hanno voltato le spalle. Sia chiaro, nessuno ha la sfera di cristallo e può ipotizzare cosa sarebbe il Cosenza dopo Guarascio e dopo 8 anni di serie B, ma tanto è inutile porsi la questione: perché il presidente non vende. Siamo pronti a essere smentiti in qualsiasi istante...
Citrigno si tira fuori
Ecco la nota diffusa da Alfredo Citrigno: «La trattativa per quanto mi riguarda è giunta al termine e, purtroppo, non ha avuto esito positivo. Anche la seconda proposta, così come la prima, non ha avuto alcun riscontro concreto. Resta nel mio cuore la gratificazione e l’affetto ricevuto dai tanti tifosi rossoblu’, sono loro il vero patrimonio di questa società e li saluto con l’auspicio che questo sia solo un arrivederci.
Per me, il Cosenza Calcio rappresenta una sfida sociale: non conta la categoria di partenza, ma il viaggio da intraprendere insieme per raggiungere una meta che ci faccia risorgere».
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