
Soltanto pochi giorni fa, mediante un comunicato stampa, il Cosenza – rispondendo ad alcune dichiarazioni di Franz Caruso – ha ribadito «l’esistenza di trattative per la cessione del sodalizio».
Nella stessa nota, la società ha aggiunto che queste «nel frattempo sono progredite, nel rispetto della massima riservatezza». Dal comunicato, diffuso lunedì, sono trascorsi quattro giorni e nel frattempo l’unico imprenditore che aveva annunciato di essere interessato al Cosenza ha fatto un passo indietro. «La trattativa - dice Alfredo Citrigno - per quanto mi riguarda è giunta al termine e, purtroppo, non ha avuto esito positivo. Anche la seconda proposta, così come la prima, non ha avuto alcun riscontro concreto. Resta nel mio cuore la gratificazione per l’affetto ricevuto dai tanti tifosi rossoblù, sono loro il vero patrimonio di questa società e li saluto con l’auspicio che questo sia solo un arrivederci. Per me, il Cosenza rappresenta una sfida sociale: non conta la categoria di partenza, ma il viaggio da intraprendere insieme per raggiungere una meta che ci faccia risorgere».
Sul passaggio di proprietà rimane un grosso punto interrogativo.
Intanto, il Collegio di Garanzia del Coni (Prima Sezione) ha pubblicato le motivazioni del rigetto dei due ricorsi presentati dal Cosenza contro la penalizzazione di 4 punti e l’ammenda di 10 mila euro. Il Collegio ha chiarito che la vulnerabilità del codice etico e del modello 231 del club, «non costituisce di per sé un’ipotesi di salvacondotto o di passepartout».
Una vulnerabilità derivata «da una combinazione di fattori, tra cui la concentrazione di poteri in un singolo individuo, la mancanza di controlli e audit, insufficiente formazione e sensibilizzazione, e una cultura aziendale non orientata alla compliance».

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