
La sconfitta della Sampdoria contro lo Spezia ha consentito ai silani di ridurre di un punto il distacco dalla quartultima posizione. Ora le lunghezze di ritardo sono sei. Sarebbero potuti essere quattro ma con il Frosinone è stata persa un’altra occasione per accorciare in maniera concreta le distanze.
I rossoblù avrebbero meritato qualcosa in più allo “Stirpe”. Sono stati capaci di passare in vantaggio in due circostanze e hanno mantenuto i tre punti fino a centimetri dal traguardo. Lo sforzo sarebbe stato sufficiente se nell’ultima azione difensiva la squadra di Alvini fosse stata più veemente nel chiudere il cross di Barcella e successivamente anche nei corpo a corpo a centro area, dai quali è uscito vincente in maniera quasi inconsapevole Pecorino, al 97’. L’attaccante ha vinto il duello con Hristov e ha battuto Micai senza la necessità di impattare in maniera perfetta il pallone scodellato da sinistra, sul quale Ricciardi ha fatto poco per sbarrare la strada al calciatore del Frosinone. Limiti che, al di là della prestazione insufficiente e penalizzante del reggino Francesco Cosso, sono costati molto cari. L’arbitro calabrese e il Var hanno dato una spallata ai silani verso la porta della serie C. Oltre agli undici secondi successivi ai sei minuti di recupero concessi, ciò che causa la rabbia del gruppo bruzio è l’espulsione eccessiva di Kourfalidis. Il giallo sarebbe stato il colore del cartellino giusto. Malgrado ciò, il Var ha richiamato al monitor il “fischietto” di Reggio Calabria. Un episodio che ha provocato la bocciatura della squadra arbitrale anche da parte di ex colleghi.
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