
Stefano Fiore, fresco 50enne, ha condiviso i primi passi di Eugenio Guarascio al vertice del Cosenza.
I sentimenti dell’ex centrocampista nei confronti dei rossoblù non si sono mai spenti. Per questo motivo lo sviluppo di questa stagione sta causando anche in lui molta amarezza: «In ognuno di noi alberga sempre un pizzico di speranza ma oggettivamente la situazione è abbastanza compromessa. Mi dispiace perché tranne rari momenti questa società negli anni di B ha sempre vissuto di stenti, a volte sfruttando le disgrazie altrui, tra fallimenti e altre vicissitudini che hanno portato a salvezze insperate. L’anno del Covid ad esempio, con Occhiuzzi, è stato compiuto un miracolo sportivo con pochi eguali. Credo che la squadra sia viva pure quest’anno, sta lottando ma è difficile ripetere un’impresa come quella. Peraltro, questa volta, il clima è più pesante, complice anche la penalizzazione. Il gruppo ha dovuto fare i conti per diversi mesi con un peso notevole. Alcune decisioni hanno anche lasciato percepire un po’ di confusione. La sensazione, però, in tutti questi anni è stata quella di una squadra che sarebbe stata destinata a soffrire per raggiungere l’obiettivo».
Fiore ha un grande rammarico: «Mi dispiace che Guarascio non abbia mai compreso il valore di una tifoseria con un’enorme passione per il Cosenza. Non ha mai compreso quale fosse il patrimonio a disposizione. Non è mai riuscito ad entrare in empatia con la gente, trascurando il fatto che si finisce per calpestare la passione di tanti. La gente, a ridosso della C, adesso è esasperata".
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