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Cosenza calcio, va in scena il festival dell’assurdo

Nel confronto di ieri mattina in Comune, l’amministratice Scalise ha confessato di non sapere nulla delle trattative di cessione

Il Cosenza non smette mai di stupire. Muove i fili e li contorce, li distende e li nasconde, addirittura contraddice quanto comunicato in precedenza.
Ieri mattina, in occasione dell’incontro avvenuto a Palazzo dei Bruzi per la dichiarazione di disponibilità dello stadio “Marulla”, si è registrato l’ultimo “no-sense” in ordine di tempo.
L’amministratrice Rita Rachele Scalise incontrando Franz Caruso ha immediatamente esordito dicendo di non sapere nulla sulle trattative che riguardano il club silano.
Malgrado possa risultare difficile da credere, ha dell’incredibile soprattutto ciò che ha aggiunto poco dopo: «La società appartiene a un gruppo ed è stato fatto l’impossibile, anche dal punto di vista finanziario, per mantenere la squadra in serie B, così come si sta facendo l’impossibile per definire le trattative di cessione della compagine societaria. Ma come tutte le società di calcio questa è privata e i tempi per queste procedure non sono velocissimi».
Un superlativo che contraddice quello utilizzato il 14 maggio, all’indomani della fine del campionato, l’ormai noto «a brevissimo» utilizzato per accompagnare una delle «concrete trattative» in essere.
Rita Rachele Scalise alias Penelope, dunque. Nelle ultime tre settimane sono stati prodotti due comunicati (il secondo è arrivato il 25 maggio: ndc) che hanno trattenuto la tifoseria con il fiato sospeso. Ora ciò che emerge è che il passaggio di proprietà forse non è poi così vicino.
I dettagli del breve incontro formale, al quale hanno partecipato anche il segretario generale Francesco Xausa, il responsabile della sicurezza Luca Giordano e la segretaria amministrativa Angela Salamone, sono emersi attraverso un comunicato diffuso dal Comune. In merito, invece, il Cosenza – impegnato per completare le ultime faccende burocratiche per l’iscrizione alla prossima serie C – non ha speso neppure un rigo.
Intanto incassa il documento mancante per completare il puzzle necessario a non contravvenire le disposizioni impartite dalla Lega Pro. Caruso, che ha ribadito la sua disponibilità, ha fatto una precisazione: «La squadra si chiama Cosenza e questa piccola particolarità la rende patrimonio della città dal punto di vista sportivo».
Il sindaco è stato poi più pungente: «Credo che chi gestisce una squadra di calcio abbia qualche dovere in più nei confronti della città, dei tifosi e dell’Amministrazione. Purtroppo, con rammarico devo dire che questa sensibilità non c’è stata ed è per questo che mi auguro che si proceda ad una cessione della società affinché si creino le condizioni per una pacificazione tra la squadra, la città e la provincia, anche perché in questo momento particolare, le quotidiane sollecitazioni mi arrivano proprio dalla provincia e non solo dai tifosi, ma anche dalla gente comune. Il mio auspicio è che vendiate, per chiudere una parentesi buia di una vicenda che onestamente non pensavo potesse essere gestita così come è stata gestita».
Un messaggio chiaro quello di Franz Caruso: la proprietà attuale non è più gradita, al di là dei doveri istituzionali. Il Cosenza ha racimolato la licenza per lo stadio ma ha ormai fatto terra bruciata intorno a sé. Si ostina a tenere dritta la barra in una “guerra” che da tempo ha già perso.
La speranza è che, al più presto, invece ci sia una inversione di tendenza che regali un barlume di ripartenza dopo una stagione, anche sul terreno di gioco, che si è dimostrata drammatica e che ha spinto la tifoseria rossoblù in un’atmosfera di depressione dalla quale però vorrebbe uscire, anche se al momento non si vede la luce in fondo al tunnel.

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