
Sono trascorsi più di due mesi da quando il Cosenza ha acquisito la certezza matematica della retrocessione. Con un pizzico di avvedutezza sarebbe stato possibile sfruttare questo tempo per programmare il futuro. Ma così non è stato perché gli ultimi quattordici anni hanno insegnato che questa proprietà dilata all’inverosimile i tempi di ogni decisione. Rispetto a maggio, quindi, il club silano si ritrova a luglio con qualche casella in più da riempire (mancano direttore sportivo e allenatore) e una cessione societaria che non si è concretizzata. Ambizioni pari a zero.
La possibilità della cessione, fatta passare per imminente ad un certo punto, comunque, è servita per… prendere tempo. Gli ha concesso di evitare la partecipazione a una conferenza stampa che sarebbe stata doverosa, portandosi in una posizione comoda nel momento di maggiore bisogno. Un po’ come quei toreri che quando il toro carica si nascondono dietro i burladeros.
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