
È durata appena settantasei giorni l’esperienza di Fabio Lupo come direttore sportivo del Cosenza. Sembrava un destino scritto, nomen omen, ed invece il rapporto tra il pescarese e la società bruzia si è consumato a tempi record. La risoluzione consensuale del contratto è stata comunicata ieri mattina, a poche ore dalla vittoria per 4-1 con il Giugliano.
Una serie di divergenze di vedute ha portato all’addio dell’ex Torino e Palermo, che a luglio aveva fatto breccia in Guarascio al termine dei soliti colloqui lametini. Al massimo dirigente silano e all’amministratrice Rita Scalise, però, non sono andate giù alcune mancate operazioni del mercato estivo. L’idea del club era quella di cedere i big, i calciatori con gli ingaggi più pesanti. Ma di richieste, a breve distanza temporale da una mesta retrocessione, ne sono giunte meno di quanto ci si aspettasse inizialmente (almeno ai piani alti del club).
Il dialogo tra Lupo e la dirigenza si è via via raffreddato. E anche alcune dichiarazioni forti di Buscè, specie quelle dopo la partita con il Monopoli di Coppa Italia, hanno sottolineato un certo scollamento anche tra l’allenatore e il direttore sportivo, rimasto sempre più isolato e con un mercato di difficile gestione tra l’intenzione del club di ridurre i costi e le difficoltà a rimodellare l’organico rimanendo nei parametri imposti.
La rosa è rimasta numericamente sguarnita. L’undici titolare ha dato la sensazione di poter giocare alla pari con tutte ma per Buscè sono pochi i ricambi di garanzia. La società fin qui non ha dato la sensazione di voler procedere a particolari esborsi per rimpinguare il gruppo mediante la lista degli svincolati.
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