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Cetraro, il mercato ittico che nessuno vuol gestire

Il mercato che nessuno vuole. Il commercio del pescato rimane nell'Alto Tirreno cosentino un argomento spinoso, di cui parlare sottovoce e di nascosto, nonostante sia stato apparentemente legalizzato dopo decenni di soperchierie e finalmente strappato all'influenza del clan locale.

Un clan che ha nel soprannome del suo storico boss – il “re del pesce” – la chiave di lettura di silenzi, disimpegni e paure collettive. La giunta municipale di Cetraro guidata da Angelo Aita, ha scelto di assegnare il controllo dell'asta pubblica del pesce mediante bando proprio per sottrarla all'esclusivo appannaggio del padrino ora in carcere.

Nessuno, però, ha presentato un’offerta. Nessuno si è fatto avanti. Niente di niente. Così i banconi frigorifero e le bilance restano desolatamente vuoti. E i bandi di assegnazione senza richiedenti e beneficiari.

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