Forte delusione nella comunità longobucchese per la chiusura della classe prima del liceo scientifico, che inevitabilmente a seguire porterà alla chiusura totale del liceo.
La notizia è arrivata a ciel sereno con un decreto dell’ufficio scolastico regionale, quando istituzioni e personale scolastico davano per scontato che il problema numerico degli alunni, per quest’anno, anche se inferiore al numero prescritto, era stato superato e la scuola avrebbe continuato il suo percorso.
La delusione è stata ancor più cocente allorché alunni e insegnanti stavano pensando ad organizzare il cinquantenario dell’apertura del liceo nella cittadina silana, avvenuta nell’anno scolastico 1969/70. La notizia legata al problema della demografia, che sta causando lo spopolamento del paese silano, molte sono state le considerazioni contornate da qualche polemica politica. Ma i più si sono affrettati a fare un resoconto su quanti alunni questa scuola ha foggiato in mezzo secolo di attività.
Conti alla mano attraverso i numeri, la scuola ha dato l’opportunità a circa mille longobucchesi di conseguire la licenza liceale per poi accedere all’università conseguendo la laurea ed esercitando poi la professione di: medico, ingegnere, farmacista, avvocato, dottore commercialista, architetto, docente, ecc.ecc. alcuni dei quali affermatesi nel loro campo, sia a livello nazionale che internazionale.
Nell’ambito della politica, a commentare l’evento, con una nota postata sul suo sito internet è stato il capogruppo dell’opposizione in consiglio comunale, Emanuele De Simone, che dopo un excursus sul perché della chiusura e sul valore sociale della scuola conclude scrivendo “… Ma ancor di più mi addolora il silenzio con cui è stato accolto questo ennesimo –fallimento- della nostra comunità…. Qualcuno è contento? Qualcuno festeggia? Qualcuno pensa ai personali interessi, mettendosi sotto i piedi il futuro dell’intera comunità? Mah! Sarà! Qualcuno, avvocato o non, prima o poi, se ne avrà a scrupolo!” Ed ancora La politica scolastica di un ente è fatta di programmazione e lungimiranza, non certo di continui e avventati dimensionamenti scolastici. Di Ponzio Pilato ne è bastato uno, nella storia.”
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