Rocca Imperiale, salva l'amico travolto in auto dal torrente: "Abbiamo visto la morte con gli occhi"
Si chiama Candio Graziano, è lui l'eroe del Torrente Canna. "Abbiamo visto la morte con gli occhi", raccontano i protagonisti a pericolo scampato. "Ad un certo punto pensavamo di non farcela, ma grazie a Dio, ci siamo riusciti". A ventiquattro ore dalla tempesta, vengono fuori i primi importanti particolari di quegli attimi interminabili di paura. Graziano, con il suo trattore non ha perso tempo a salvare la vita a Giorgio Basile rimasto d'un colpo, prigioniero con la sua auto, nella piena del Torrente Canna. Sarebbe stata l'ennesima tragedia, dopo quella del Raganello dello scorso 20 Agosto dove hanno perso la vita dieci persone e quella dell'ultimo nubifragio che ha colpito la Calabria e il lametino in particolare, dove è deceduta Stefania Signore e il figlio. Candio che verosimilmente stava rientrando a Canna dove vive insieme alla sua famiglia, è stato allertato da alcune persone che hanno notato la Fiat 500 nel torrente, in balia delle onde, e a bordo del suo trattore, sfidando il maltempo e mettendo a repentaglio la sua stessa vita, ha deciso, senza tentennamento alcuno, di sfidare la furia della fiumara e portare in salvo l'amico Giorgio, peraltro già pesantemente penalizzato dal destino, che negli anni scorsi, a causa di una malattia, gli ha sottratto l'adorata moglie. Non è stato facile per Graziano, varcare e vincere sul Torrente in piena. Il suo mezzo agricolo potente 100 cavalli è però riuscito, vivaddio, dopo diversi tentativi, almeno sei o sette, alcuni dei quali andati purtroppo a vuoto, racconta chi dalla riva ha assistito alle operazioni di salvataggio e soccorso, ad avere la meglio, sull' acqua e "aggrappare" Basile al suo trattore salvandogli di fatto, la vita. L'imprenditore edile sarebbe morto sicuramente se non fosse arrivato lui a prelevarlo dal Torrente Canna, strada di passaggio, utilizzata spesso dai cittadini del posto, come scorciatoia, per raggiungere la zona San Nicola. Da quello che si è appreso; la piena ha colto di sorpresa Giorgio Basile che stava attraversando il Canna. Anch'esso ha avuto il tempo ed il coraggio, di chiedere aiuto, abbandonare la sua auto e cercare di avvicinarsi quando più possibile agli argini della fiumara. Quando Basile ha iniziato a percorrere il fiume, il letto dello stesso, non destava preoccupazioni, lui non è nuovo a questo "tragitto" ed ha deciso di imboccare quella stradina per raggiungere forse un podere di sua proprietà o per rientrare a casa. Non aveva fatto i conti con la natura e con una repentina e tremenda scarica di acqua piovana che ad un tratto, ha riempito a più non posso il Torrente rompendo gli argini. Oggi dovrà ringraziare il suo angelo custode, ed il buon fato che gli hanno ridato la vita.