«È una vicenda paradossale. Risulto indagato in un procedimento penale che io stesso ho provocato per aver denunciato un mio assistente, Giuseppe Cirò, dopo aver scoperto che falsificava le sue e le mie missioni. Si tratta di una vecchia vicenda che ritorna in auge in questo periodo in cui il clima è molto velenoso e insidioso perché pieno di tentativi di condizionamento di ogni tipo, mediatico e politico. D’altra parte, ormai da anni subisco persecuzioni mediatiche diffamatorie vergognose e intollerabili». Mario Occhiuto si difende dalle accuse di truffa, falso e peculato ipotizzate dalla magistratura inquirente nei confronti suoi e del suo ormai ex braccio destro. L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Cosenza.