Termina con l’assoluzione «perché il fatto non sussiste», la vicenda che ha visto implicati – in presunti reati ambientali – gli ex sindaci di San Donato di Ninea Luigi Salvo e Francesco De Rose, oltre ai tecnici Martino Ferraro, Mario Iania e Domenico Albanese. I fatti contestati risalivano al periodo tra giugno e luglio del 2011 con “condotta perdurante”, ma gli imputati principali, compresi i due ex amministratori difesi dall’avvocato Domenico Brindisi di Mottafollone, sono stati assolti dal giudice monocratico presso il Tribunale di Castrovillari, Domenico Saporiti, perché appunto «il fatto non sussiste». I capi d’imputazione riguardavano alcuni articoli del Codice penale nonché del Decreto legislativo 152/2006 perché – secondo l’accusa - «in esecuzione del medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, ognuno per le proprie qualità, scaricavano acque reflue non correttamente depurate provenienti dagl’impianti di depurazione comunale siti nelle località "Ficara", "Capoluogo” e "Licastro" di San Donato di Ninea, rispettivamente nelle acque dei torrenti "Macchiarelli, Rose e Grondo", senza autorizzazione e con superamento dei valori limite fissati dalla normativa specifica». ù Il giudice ha assolto Luigi Salvo (già consigliere provinciale) e Francesco De Rose (conosciuto anche come medico riabilitatore del Cosenza calcio), oltre ai tre tecnici coinvolti nella vicenda, poiché – evidentemente - dai fatti esposti durante le varie udienze del dibattimento non sono emerse le responsabilità ascritte ai denunciati all’epoca dei fatti, riservandosi di depositare le motivazioni entro i canonici novanta giorni.