Blitz nella Sibaritide, Facciolla: "Vittime non collaborano, c'è sfiducia nelle istituzioni"
«Le vittime sono restie a collaborare perché c'è la paura per quello che è il territorio, per il condizionamento ambientale ma soprattutto c'è la sfiducia nelle Istituzioni». A dirlo è stato il procuratore della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla in merito all’operazione che ha portato a 17 arresti per droga e tentata estorsione ed alla mancata collaborazione delle vittime.ù «Oggi - ha aggiunto - si parla di 17 persone già gravate da precedenti, quindi significa che sono persone già note nell’immaginario collettivo per aver commesso reati, per essere magari stati arrestati e condannati e che però continuano a girare ed a fare i loro traffici. Quindi questo va chiaramente nel senso opposto a quello che cerchiamo di affermare noi». «La soluzione, nell’immediato - ha detto - sarebbe una legislazione che riveda al più presto l’esecuzione penale. Ci preoccupano sempre sull'esecuzione della misura cautelare però poi bisogna vedere cosa succede nell’esecuzione non solo durante il processo, ma l’esecuzione della pena finale. Troppe volte emettiamo ordini di esecuzioni per reati gravissimi con condanne definitive a parecchi anni e in realtà si manda in carcere una persona per pochi anni perché tra tutti i benefici previsti e concessi è difficile assicurare che chi è stato condannato a una determinata pena poi effettivamente la vada ad espiare. Non ci aiuta, per nulla, la liberazione condizionale, i benefici che danno durante la buona condotta in carcere che è un altro fenomeno che abbiamo nel nostro Paese. Come dire che in carcere ci si può comportare anche male». «Questo fa sì - ha concluso Facciolla - che molti condannati per reati gravissimi riescono ad ottenere, con tutti questi sconti di pena nel breve periodo, una riduzione corposa della pena e poi ce li troviamo fuori a commettere reati».