«Sono un imprenditore impegnato in una realtà turistica della Sibaritide, in Calabria, che, dopo molti anni di lavoro, nonostante le immense difficoltà ad operare in questo territorio, è diventata la terza struttura turistica più grande d’Italia e offre lavoro in una zona con un’altissima percentuale di disoccupati». Lo scrive Luigi Sauve, imprenditore turistico che opera nella Sibaritide, che ha scritto una lettera aperta affidata agli organi di stampa. «La nostra impresa, nell’arco di dieci giorni, ha subito tre violente intimidazioni: due incendi di chiara matrice dolosa, - scrive Sauve - a causa dei quali il fuoco ha distrutto migliaia di metri quadri e causato ingenti danni alla struttura e, nei giorni a seguire, un terzo avviso di tipo mafioso che ha interessato l’auto di un mio collaboratore. La struttura corre il rischio di non riaprire per la prossima stagione turistica, lasciando disoccupati oltre 500 lavoratori calabresi impegnati in modo diretto nell’albergo, oltre all’indotto che ruota attorno alla struttura». «Purtroppo, assai modesto è stato l’interessamento delle istituzioni e dei media. La Calabria sembra dimenticata e isolata. Quello che succede in Calabria - sottolinea l’imprenditore - spesso non riesce a varcare i confini regionali». «I coraggiosi imprenditori del territorio, che non hanno avuto paura di credere e investire nello sviluppo della Calabria, insieme alle altre componenti della società civile e delle istituzioni locali, vogliono reagire, - annuncia l’imprenditore calabrese - condividendo e sottoscrivendo un "Patto della legalità per la Sibaritide" nel corso dell’evento "#SenzaStatoMollo!!" lunedì 4 febbraio prosasimo a Sibari». Sauve invita a «sensibilizzare l’opinione pubblica sul "problema Calabria" e a rompere questo muro di silenzio omertoso, dando un segnale forte in un momento altamente simbolico. La Calabria, come è noto, potrebbe essere un fiore all’occhiello per il nostro Paese, le sue bellezze naturalistiche, a tratti incontaminate, il mare, il Pollino, sono luoghi meravigliosi che meritano di essere valorizzati. Tuttavia, - conclude la lettera - è un territorio molto difficile in cui fare impresa o portare avanti iniziative meritevoli e di sviluppo». Luigi Sauve cita il senatore Nicola Morra, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, come unico rappresentate delle istituzioni che ha fatto visita alla sua impresa dopo gli atti di intimidazioni.