Una condanna esemplare. Inflitta ad un dentista che aveva “prestato” il proprio studio ad un odontecnico, in possesso di una sedicente laurea in odontoiatria ottenuta in Ucraina. Il professionista cosentino è stato condannato a risarcire 30.000 euro a una paziente e 20.000 ciascuno alla Cao (Commissione albo odontoiatri) e all'Andi (Associazione nazionale dentisti italiani) che si erano costituiti parte civile. La vicenda affonda le sue radici giudiziarie in un controllo effettuato dai carabinieri del Nucleo Antisofisticazione nela primavera del 2012 in uno studio dentistico di Cosenza. Gl'investigatori dell'Arma fecero fatica a farsi aprire e, una volta all'interno, trovarono a curare i pazienti un odontotecnico calabrese che esibì una certificazione di laurea ottenuta nella nazione dell'est europeo ma non riconosciuta nel nostro Paese, un altro odontotecnico e la segretaria demandata ad accogliere i clienti. Non c'era, invece, il titolare della struttura professionale. I successivi controlli indussero i carabinieri a redigere un rapporto sull'accaduto inviato alla procura della Repubblica, diretta da Mario Spagnuolo. La magistratura inquirente dispose nei confronti del “dentista” ucraino un decreto penale di condanna scoprendo pure che l'uomo era stato oggetto di analoghi procedimenti in Sicilia, nel Trapanese. L'altro odontotecnico presente al momento del controllo venne invece prosciolto perché ritenuto estraneo ad eventuali ipotesi di reato, mentre il dentista titolare e la segretaria finirono invece a giudizio secondo il rito ordinario. Il processo, instaurato davanti ai giudici del capologo bruzio, si è adesso concluso con la condanna dell'odontoiatra a due mesi di reclusione per concorso in esercizio abusivo della professione e l'assoluzione della collaboratrice di studio perché non ne sarebbe stata «provata la responsabilità al di là di ogni ragionevole dubbio». Ma la sorpresa arrivata con il verdetto è un'altra: il dentista titolare dello studio, come detto, dovrà risarcire le associazioni di categoria ed una paziente oltre che pagare le spese processuali. Il totale dell'esborso economico ammonta a ben 80.000 euro. Sulla vicenda è duro il commento il Presidente degli Odontoiatri, Giuseppe Guarnieri: “Credo che mai sia stato previsto un risarcimento così alto ai danni di un dentista” - afferma Guarnieri - “ e sono soddisfatto che il Giudice abbia compreso le nostre istanze e, soprattutto, la gravità dei fatti emersi durante il dibattimento, giudicando pesantemente con una sentenza esemplare l’illecito commesso non solo dal finto dentista, ma anche dall’iscritto professionista. Attenderemo di conoscere anche le motivazioni che il Giudice scriverà nella sentenza. Da tutta questa vicenda è emerso chiaramente che il dottore non solo affidava all’odontotecnico la cura degli ignari pazienti, ma soprattutto che da questa azione illegale ne erano derivati gravi danni agli stessi. Ora nei suoi confronti avvieremo un procedimento disciplinare".