Sono stati rinviati a giudizio nove degli indagati nell’operazione «Appalti spezzatino», diretta dalla procura della Repubblica di Cosenza ed eseguita nel 2017 dalla guardia di finanza.
Si tratta di Mario Arturo Bartucci, dirigente e responsabile unico del procedimento del Comune di Cosenza; Carlo Pecoraro e Michele Fernandez, dirigenti del Comune, e degli imprenditori Francesco Amendola, Antonio Amato, Francesco Rubino, Francesca Filice, Pasquale Perri e Giuseppe Sasso. Sono tutti accusati, a vario titolo, di corruzione e abuso di ufficio.
Nel corso dell’indagine, scaturita anche da un esposto presentato dal senatore M5S Nicola Morra, le fiamme gialle del Nucleo di polizia tributaria di Cosenza analizzarono oltre 5 mila determine dirigenziali.
Tra gli appalti finiti nel mirino degli inquirenti anche quelli relativi al canile e alle luminarie natalizie. L’importo dei lavori contestati, tra il 2012 al 2015, è stato di oltre 2 milioni di euro. Il processo avrà inizio il prossimo 9 luglio.
«Nove persone sono state rinviate a giudizio. Si tratta di funzionari e imprenditori del Comune che avrebbero ottenuto lavori in cambio di favori. Nel frattempo altre ditte a loro vicine avrebbero ottenuto guadagni ingiusti. Sapete chi ci rimette quando un Comune è corrotto? I suoi abitanti. Soprattutto le famiglie più umili, che solo in un sistema giusto hanno l’opportunità di raggiungere il benessere attraverso il lavoro e l’impresa onestamente condotti».
Lo scrive il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, nella sua pagina Fb. «Il Sistema cosentino non cambierà per miracolo. Dobbiamo esserlo noi, cari concittadini, a volerlo veramente. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo», esorta Morra.
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