Il sistema sanitario calabrese è in terapia intensiva, sfiancato, sfibrato dalla politica che non ha mai smesso di controllare le strutture pubbliche di questa nostra terra. La salute della gente è da anni nelle mani di manager, contabili che pensano esclusivamente alla cura dei bilanci piuttosto che alle terapie e all'assistenza da garantire ai pazienti. Numeri, soldi, costi e, soprattutto, tagli. La sanità vacilla da quando ha perso di vista il suo obiettivo. Ma a Cosenza le cose vanno diversamente, l'ospedale prosegue la sua lenta scalata verso un'ambiziosa quanto faticosa normalità. Sono i “camici bianchi” dell'“Annunziata” a difendere il loro lavoro e la struttura dalle accuse di inefficienza e malasanità. L'intersindacale medici esce allo scoperto e avverte: «No a denigrare quello che di buono all'azienda ospedaliera di Cosenza viene fatto. Così facendo, si rischia di creare insicurezza nei cittadini che si rivolgono alla struttura». La nota, firmata da Teresa Papalia, Rodolfo Gualtieri, Luigi Marafioti, Luigi Ziccarelli, Gianmanlio Gagliardi, Claudio Picarelli, Antonio Contaldo e Robert Tenuta, accende i riflettori sui conti: «La nostra è l'unica, tra tutte le aziende ospedaliere calabresi, ad avere riportato un bilancio in pareggio per il 2018. Certo, come intersindacale dei medici non possiamo comunque nascondere la nostra preoccupazione oltre che per l'andamento complessivo della sanità calabrese anche per i pesanti, inopportuni e talvolta immotivati attacchi denigratori che subisce sia a livello locale che nazionale. Questo battage mediatico sulla sanità di casa nostra, sia che provenga da fonti politiche ministeriali sia da fonti locali che ricercano per lo più il chiacchiericcio e sensazionalismo, indebolisce ulteriormente il già fragile sistema sanitario che a fatica e con grandi sacrifici da parte di tutti i lavoratori cerca di rimanere in piedi». L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud - edizione di Cosenza in edicola.