Alzheimer, una nuova ricerca alimenta la speranza. Una scoperta quella fatta da un team di ricercatori dell'Università Sapienza di Roma coordinato dal professor Eugenio Barone del dipartimento di scienze biochimiche che cerca di aprire le strade alle cure. Lo studio ha messo in luce che la riduzione dei livelli della proteina biliverdina reduttasi-A sarebbe un potenziale fattore rischio per lo sviluppo di alterazioni tipiche della malattia di Alzheimer. In tal senso è importante la prevenzione. Il ricercatore di Paola ha relazionato ai due tra i più importanti congressi internazionali sul morbo dell'Alzheimer, quello di Berlino, nell'autunno scorso, e quello di Lisbona, poche settimane fa, dove insieme ad alcuni suoi colleghi ha presentato gli esiti della ricerca. Eugenio Barone, 37 anni di Paola, ricercatore e professore di biochimica all'Università Sapienza e si è laureato all'Unical in chimica e tecnologie farmaceutiche. È un calabrese tenace, da anni trapiantato nella capitale. Ha collaborato stabilmente con le università di Cile, Francia e Stati Uniti. La novità nella ricerca è rappresentata in particolare dal fatto che la proteina biliverdina reduttasi è un regolatore del segnale dell'insulina, che nel cervello è molto importante in quanto promuove processi legati all'apprendimento e alla memoria.