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Cosenza, al via un progetto per tutelare il lupo silano

Crudele, perfido, insaziabile. Se nelle favole dei fratelli Grimm il lupo è sempre il più cattivo, nella realtà è un importante elemento dell'ecosistema naturale. Anche in Sila - la Sherwood della Calabria per dirla sempre fiabescamente - l'affascinante predatore si è portato appresso un'immagine negativa che ha fatto sì che venisse considerato una minaccia, sia per l'uomo sia per il suo bestiame.

Tuttavia il nemico da eliminare - sopravvissuto all'estinzione della seconda metà del ‘900 e alle persecuzioni umane dirette e indirette - continua a mostrare la sua resilienza, ripopolando territori e colonizzandone di nuovi.

Il canis lupus è, dunque, tornato. E per la sua tutela ha preso avvio il progetto che - presentato ieri nella sede dell'Ufficio Territoriale dei Carabinieri per la Biodiversità di Cosenza-Rende - coinvolge Legambiente ma anche gli operatori locali. Si chiama “Wolfnet Sila” e, oltre ad essere finanziato dal Parco Nazionale della Sila con i fondi della direttiva del Ministro dell'Ambiente, punta, attraverso un'attività di ricerca triennale, a tutelare la sopravvivenza della specie realizzando politiche di controllo e di compatibilità tra la convivenza della specie e le realtà urbanizzate. «Tra gli obiettivi figurano gli interventi contro il bracconaggio - spiega il commissario straordinario dell'Ente Parco Nazionale della Sila, Francesco Curcio - e le misure da intraprendere per migliorare il dialogo tra i lupi e gli allevatori».

Leggi la versione integrale dell’articolo su Gazzetta del Sud – edizione Cosenza in edicola oggi.

 

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