Le fasi concitate dei soccorsi e poi delle indagini sono state ricostruite davanti ai giudici del Tribunale di Paola nel corso del processo che ha portato sotto i riflettori nazionali quanto accaduto a Belvedere Marittimo quando un medico è stato aggredito da un genitore che lo considerava la causa della malattia del figlio. Un episodio che fece scalpore perché si inserì nel dibattito nazionale - intriso di polemiche - su un eventuale nesso di causalità tra la somministrazione di alcuni vaccini e la possibilità di contrarre malattie come l'autismo. Così, ieri mattina si è svolta una nuova udienza del processo a carico di Francesco Miceli, 42enne di Lauria ma da tanto tempo residente a Praia a Mare che è accusato di lesioni aggravate e altro, a danno del dottore Raffaele D'Amante, responsabile del punto vaccinale di Belvedere. Ieri mattina è stato sentito un maresciallo dei carabinieri di Belvedere, ultimo testimone delle parti civili che ha risposto alle domande del pm, dell'avvocato Michele Rizzo, difensore dell'imputato, anche in sostituzione dell'avvocato Tiziana Vigni del Foro di Siena, e dell'avvocato Francesco Liserre, difensore D'Amante, che si è costituito parte civile e infine dell'avvocato Herman Altomari, in rappresentanza dell'Ordine dei Medici di Cosenza, anch'esso parte civile. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud - edizione di Cosenza in edicola.