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Depurazione e scarichi anomali, punti critici a Sibari e Corigliano Rossano

Mare pulito su tutto il litorale ionico ma permangono delle criticità a Cassano e Corigliano Rossano. La stagione turistica sul litorale jonico cosentino era partita male e s'era capito dai continui comunicati emessi d'Arpacal, Ente deputato al controllo della qualità delle acque, per evidenziare punti in cui s'è superato i limiti di inquinamento consentiti dalla legge per i controlli sui batteri presenti nell'acqua. Erano stati segnalati punti critici a Corigliano Rossano, Crosia e Pietrapaola, Trebisacce e Villapiana.

Negli ultimi giorni è toccato pure ad altri punti di Corigliano Rossano e Cassano finire nella lista nera. Gli esiti dei prelievi di campioni di acqua di balneazione in cui i risultati analitici hanno dato esiti sfavorevoli. Nel dettaglio, i valori di escherichia coli si sono rivelati essere superiori al consentito. Valori, per fortuna, rientrati nella norma in quasi tutti i comuni anche se rimangono delle criticità. Due su tutti: il depuratore dei Laghi di Sibari e l'impianto di Lido Sant'Angelo a Corigliano Rossano che ormai da quasi due anni sono sotto sequestro. Mentre a Cassano ancora non è chiaro cosa succederà per il depuratore dei Laghi di Sibari nel quale entra un flusso anomalo, con tracce di idrocarburi, pieno zeppo di acqua di mare che uccide i fanghi impedendo il completamento del ciclo di depurazione, a Corigliano Rossano la situazione è più complessa. Se ne era discusso anche in un incontro in Prefettura a febbraio, dove emerse che il depuratore di Lido Sant'Angelo era al collasso con i finanziamenti per i lavori sugli impianti spesi non si sa come. Un problema per imprenditori e turisti, per il l'ex commissario del comune, Domenico Bagnato, che all'epoca del sequestro era responsabile della struttura ma anche per il neosindaco Flavio Stasi al quale è passata in mano la patata bollente da maggio e dal giorno della sua elezione. Da allora nulla è stato fatto. A certificarlo un secondo controllo fatto a maggio dai militari della Guardia Costiera di Corigliano.

Dalla verifica risultò un illecito stoccaggio di rifiuti speciali non pericolosi composti da fanghi, vaglio e sabbie di depurazione. L'impianto è sottodimensionato perché presenta delle anomalie. Il sedimentatore è spaccato e il ciclo di depurazione non avviene completamente, anzi, secondo quanto emerso, una parte dei fanghi finirebbe in mare insieme al refluo restituendo un materiale peggiore di quello in entrata. Nulla di nuovo perché gli incontri in Prefettura e le sollecitazioni della Procura e della task force in materia di reati ambientali erano stati fatti nella speranza di evitare le denunce dei cittadini che si sono registrate nelle ultime settimane quando hanno segnalato sui social e alle autorità competenti la presenza di scarichi in mare a Rossano.

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