«Abbiamo pensato a momenti di incontro, preghiera e festa per far crescere la consapevolezza sulle opportunità e la responsabilità offerte dalle migrazioni che, come richiamato da Papa Francesco, sono oggi per i cristiani da leggere come un segno dei tempi». Con questo spirito l’ufficio Migrantes dell’arcidiocesi metropolitana di Cosenza-Bisignano celebra oggi la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Questa mattina, nello specifico, alle ore 12, presso la parrocchia di Loreto si è svolta la celebrazione multietnica con letture, canti e preghiere dei sacerdoti e delle comunità migranti presenti in diocesi. Nel pomeriggio, alle ore 16, in piazza Loreto conclusione con la Festa delle migrazioni con canti, musica, danza e cucina dal mondo e l’esibizione della Band Multietnica Migrantes. «La Giornata - si legge in una nota della diocesi - costituisce certo una buona occasione per sensibilizzare le comunità sul fenomeno della migrazione, ma anche per invitare i migranti cattolici e le loro famiglie presenti nelle nostre parrocchie alla partecipazione della santa messa e della vita parrocchiale». La Giornata di oggi si svolge seguendo l’appello del Papa che invita a nuova apertura perché «non si tratta solo di migranti: si tratta delle nostre paure, della carità, della nostra umanità, della volontà di non escludere nessuno, di tutta la persona, di tutte le persone, di mettere gli ultimi al primo posto. Si tratta di costruire la città di Dio e dell’uomo». Per il Santo Padre «la risposta alla sfida posta dalle migrazioni contemporanee si può riassumere in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Ma questi verbi non valgono solo per i migranti e i rifugiati. Essi esprimono la missione della Chiesa verso tutti gli abitanti delle periferie esistenziali, che devono essere accolti, protetti, promossi e integrati. Se mettiamo in pratica questi verbi, contribuiamo a costruire la città di Dio e dell’uomo, promuoviamo lo sviluppo umano integrale di tutte le persone e aiutiamo anche la comunità mondiale ad avvicinarsi agli obiettivi di sviluppo sostenibile che si è data e che, altrimenti, saranno difficilmente raggiunti». «Dunque, - scrive il Pontefice nel suo messaggio per la 150° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato - non è in gioco solo la causa dei migranti, non è solo di loro che si tratta, ma di tutti noi, del presente e del futuro della famiglia umana. I migranti, e specialmente quelli più vulnerabili, ci aiutano a leggere i “segni dei tempi”. Attraverso di loro il Signore ci chiama a una conversione, a liberarci dagli esclusivismi, dall’indifferenza e dalla cultura dello scarto. Attraverso di loro il Signore ci invita a riappropriarci della nostra vita cristiana nella sua interezza e a contribuire, ciascuno secondo la propria vocazione, alla costruzione di un mondo sempre più rispondente al progetto di Dio».