Prostituzione tra Cassano e Corigliano, le "lucciole" straniere si contendono la Statale 106
Le signore dell'«amor profano» continuano a farla da padrone lungo la Statale 106 nei comuni di Cassano e Corigliano Rossano. Donne nigeriane e dell'est europeo, si contendono le zone dove battere. E se l'età media e il listino dei prezzi si abbassa (età media tra i 16 e i 30 anni con pochi euro guadagnati per una prestazione), il giro d'affari, manco a dirlo, cresce a dismisura. Il numero delle ragazze presenti tra i Comuni di Cassano e Corigliano è pari a una cinquantina. E da qualche settimana si segnala il loro avvistamento sia nell'area di Rossano che a Cassano all'ingresso di Marina di Sibari, cosa mai avvenuta fino a ora. Due sono le direttrici sulle quali ormai è possibile ad ogni ora del giorno e della notte trovare donne per fare sesso a pagamento. La strada Statale 106 e la bretella che passa per Thurio fino ad arrivare proprio al vecchio tracciato della Statale jonica. Slarghi e viuzze secondarie, praticamente deserte, si offrono per diventare ottimi giacigli dove consumare un rapporto fugace. Ma non solo. Ormai le ragazze della Statale 106, sfruttando il fatto che la prostituzione in sé non sia un reato, si fermano nelle piazzole di sosta con la propria auto con lo sportello aperto, aiutate dall'arrivo della bella stagione, in abiti succinti mettono in mostra la mercanzia per i passanti. Poi si spostano nelle case affittate a pochi euro fuori stagione e dislocate tra Marina e i Laghi di Sibari e Schiavonea. Ma c'è anche altro. Di recente ci sono dei siti web, vere e proprie bacheche online senza controllo dove dietro i termini di “massaggiatrice” o “accompagnatrice” in realtà si nasconde una squillo su appuntamento in appartamento. Al fenomeno lavorano le forze dell'ordine e le leggi in materia sono tutte indirizzate a scoraggiare la domanda punendo il cliente ma non c'è nessuna norma che punisca le prostitute. Un caso difficile da trattare anche perché queste donne sono già sotto il gioco dei loro aguzzini e vivono in condizioni disumane. I primi due daspo urbani in provincia, altra misura con la quale è possibile tentare di arginare il problema, erano arrivati dopo l'entrata in vigore del decreto Minniti per contrastare la prostituzione su strada e dare decoro alle città. Le forze dell'ordine, solitamente, seguono quanto stabilito da un'ordinanza del Comune di Corigliano nel 2013. Alle donne e agli uomini, solitamente, viene elevato un verbale di sanzione amministrativa di 500 euro ciascuno e sequestrate le automobili e prevede «il divieto di tenere comportamenti ed atteggiamenti indecorosi ed indecenti preordinati ad indurre alla domanda di prestazioni sessuali a pagamento, causando altresì interferenza con il regolare svolgimento della circolazione stradale».