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Raid punitivo per uno sguardo di troppo ad una ragazza, tre arresti a Corigliano Calabro

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Raid punitivo per uno sguardo di troppo nei confronti di una ragazza. Un violento pestaggio che ha ridotto in fin di vita un giovane di Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, e che oggi ha portato all'arresto da parte dei carabinieri di tre persone, due uomini e una donna.

In carcere è finito R.G., 35enne di Coriglano; ai domiciliari T.F., 22enne, sempre di Corigliano, e L.A.S. una ragazza di 22 anni romena. Un quarto responsabile dell’aggressione, R.M., 40enne coriglianese, compagno della ragazza romena, al centro della contesa, era stato già emesso nei mesi scorsi un decreto penale di condanna.

I fatti risalgono all’aprile scorso, quando un uomo, la parte offesa dei reati contestati agli indagati, era stato attirato con l’inganno in un’imboscata: la vittima, responsabile a dire degli aggressori di aver avuto un comportamento non consono con la ragazza di uno di questi, era stato invitato, con un pretesto, a casa di uno degli aggressori. Una volta giunto era stato chiuso nel magazzino dell’abitazione e ripetutamente preso a calci, pugni, colpito con spranghe di ferro e di legno, con il calcio in ferro di una pistola, su ogni parte del corpo e lasciato agonizzante sul pavimento.

La ricostruzione dei fatti all’indomani del feroce pestaggio era toccata ai Carabinieri di Corigliano Calabro: dapprima i militari delle Stazioni di Corigliano Calabro Scalo e Centro si erano portati presso il locale pronto soccorso dove avevano sentito la vittima ricoverata in gravi condizioni ed i suoi parenti, quindi avevano ascoltato una conversazione registrata all’interno dell’ospedale ed all’insaputa dei presenti fra uno degli aggressori e il padre della vittima, dalla quale era stato ricostruito che la violenta aggressione fosse stata studiata in ogni dettaglio per punire la vittima.

Lo stesso giorno dell’aggressione, poi, i militari avevano eseguito una perquisizione nei locali dove si era svolta l’aggressione, rinvenendo una pistola a pallini, verosimilmente utilizzata per minacciare la vittima.

I quattro dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di lesioni gravissime e tentato omicidio e sono state ritenute anche sussistenti le aggravanti dei futili motivi, della minorata difesa da parte della vittima e della premeditazione.

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