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Incendi, nuove armi per i carabinieri: i piromani si scovano con gli algoritmi

Nuove 'armi' contro i reati ambientali. Le nuove frontiere dell’innovazione entrano a far parte dei nuovi operatori Cc Forestali. Vera novità è quella che viene insegnata per colpire i piromani nella costante lotta contro i roghi boschivi e che ha introdotto gli algoritmi. "Come Carabinieri abbiamo costruito un simulatore, che è una sorta di play station, per formare gli investigatori. Attraverso una serie di algoritmi si riesce a capire la probabile insorgenza del fuoco e risalire all’incendiario". A parlare è il comandante della Scuola Forestale Carabinieri, gen. Donato Monaco, 51 anni, originario di Cosenza, che ha la sede centrale con annesso un sito di addestramento a Cittaducale (Rieti), e con diramazioni a Castel Volturno (Caserta), Rieti, Sabaudia (Latina) e Ceva (Cuneo).

"Questa scuola - ha detto il gen.Monaco all’ANSA - ha l'ambizione di essere punto di riferimento per altre scuole di polizia a livello europeo ma anche mondiale. Ai corsi hanno partecipato oltre a greci, francesi, spagnoli e portoghesi, anche cileni, argentini e indonesiani. E il prossimo anno proprio sui reati ambientali e su quelli connessi agli incendi boschivi, sotto l’egida della scuola di formazione per tutte le forze di polizia europee (Cepol), organizzeremo probabilmente un seminario. Moltissimi sono stati i casi in cui da incendi a carico di ignoti si è passati poi ad accertarne l’autore a titolo doloso o colposo". L’azione di contrasto al fenomeno ha condotto negli ultimi due anni alla denuncia in stato di libertà di 1.130 persone e all’arresto di ulteriori 140 soggetti per il reato di incendio boschivo, a fronte delle 187 denunce e dei 3 arresti segnalati nel 2016.

"Con l’unificazione tra Cfs e Arma - ha spiegato Monaco - la lotta ai crimini ambientali ha un referente unico in grado di imprimere una importante potenza nell’azione di contrasto in quanto i vari crimini, dagli incendi ai rifiuti ai traffici degli animali da compagnia, al bracconaggio o al mercato delle specie protette, si intrecciano sempre con altri crimini. Secondo un rapporto Interpol-Unep emerge che gli ecoreati segnano ogni anno un tasso di crescita del 5% con un volume d’affari che viaggia tra i 100 e i 200 miliardi di dollari ogni anno".

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