L'Arca di Noè, il lido confiscato nel 2012, verrà presto demolito. A Corigliano il passaggio ufficiale all'Ente da parte dell'amministratore giudiziario della struttura per conto dell'Agenzia per i beni confiscati alla mafia, Antonio Lavorato. Il sindaco Flavio Stasi, nei giorni scorsi, ha firmato il passaggio della titolarità della gestione con l'agenzia dei beni confiscati, mentre annuncia querele per minacce subite da alcuni dipendenti. Dopo anni si potrà mettere fine al deturpamento del tratto di spiaggia dove sorgeva il lido, tra i primi nati sul litorale di Schiavonea, che, dopo il sequestro, aveva subito una parziale demolizione, lasciando in piedi un'ampia porzione del fabbricato originario, ridotto però ad un rudere. Il Comune ora diventa titolare della gestione dell'area demaniale dell'Arca di Noè. Il passaggio formale è avvenuto nei giorni scorsi con la sottoscrizione del documento da parte del sindaco Flavio Stasi e del coadiuvatore dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Antonio Lavorato. All'incontro ha partecipato anche il segretario generale Paolo Lo Moro. «Quella dei beni confiscati alla criminalità organizzata - dichiara il primo cittadino - è un'altra delle questioni che intendiamo affrontare con energia, perché si tratta di un patrimonio importante dal punto di vista immobiliare, ma soprattutto simbolico e culturale. Questa - continua - non è terra per mafiosi, per codardi attentatori notturni o per coloro che pensano di far prevalere la propria frustrata violenza alle norme della società civile. Ecco perché - scandisce il sindaco - approfitto del passaggio di gestione di un bene confiscato per dichiarare pubblicamente che, in aggiunta alla solidarietà dell'amministrazione comunale per i concittadini che hanno subito atti di danneggiamento, per le minacce destinate ad alcuni dipendenti comunali sarà direttamente l'Ente - conclude Stasi - una volta raccolti tutti gli elementi necessari, a sporgere querela, in quanto riteniamo che questo rappresentanti anche un fatto istituzionale».