Le associazioni di volontariato che svolgono servizio per conto del 118 stanno protestando davanti alla sede dell'Asp di Cosenza. Protestano per il mancato rinnovo della convenzione. Dal 10 febbraio potrebbero essere soppresse ben 10 postazioni. Le associazioni si occupano anche del servizio trasporto dializzati. «Sono anni ormai che Asp e Regione Calabria si prendono gioco di chi, da anni, ha garantito con efficienza ed affidabilità il servizio di supporto al sistema di urgenza-emergenza 118 - scrivono i volontari in un comunicato -. Negli ultimi mesi, in particolare, le associazioni di volontariato che espletano questo servizio, sono bersaglio di diffamazione da parte di chi ha sostenuto a gran voce che le stesse fossero colluse con gli enti locali». «Accuse pesanti: ladronaggio, danno erariale, speculazione…. Con queste parole i media ci hanno classificati come coloro che, a discapito dei cittadini, hanno tratto vantaggi economici rubando soldi e posti di lavoro, spremendo le casse dell’Asp con costi spaziali. Non abbiamo sprecato tempo prezioso a contestare tali illazioni, rispondendo con tutte le nostre forze con il lavoro che ogni giorno svolgiamo; ma oggi lo scenario che si prospetta è talmente tragico che sentiamo il dovere di far sapere a tutti cosa sta accadendo. L’orrore di cui sono artefici i vertici della Regione Calabria e i vertici dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, deve essere portato alla luce, perché non si tratta più di questioni amministrative. Qui si gioca con la vita delle persone, e noi non possiamo permetterlo». «Le associazioni di volontariato da molti anni sopperiscono alle carenze della sanità calabrese occupandosi del trasporto dei pazienti in dialisi - proseguono -. La Regione Calabria non è assolutamente in grado di garantire il trasporto ai pazienti non deambulanti e le associazioni mettono a disposizione un numero enorme di mezzi di trasporto e personale, tramite una convenzione vecchia di anni; tale convenzione non viene rinnovata da almeno 5 anni, e, con la nuova regolamentazione regionale, a breve interromperanno il servizio di trasporto, di conseguenza, chi è affetto da questo patologia non potrà più usufruire della terapia "salvavita"». «Arriviamo al sistema di urgenza-emergenza, anch'esso affidato in parte ai volontari. Le associazioni attualmente consentono alla centrale operativa Suem 118 di coprire 6 postazioni con volontari (Cosenza, Taverna di Montalto, Spezzano Sila, Castrovillari, Corigliano Calabro, Belvedere Marittimo), una postazione con infermiere (Cosenza), due postazioni medicalizzate (Lungro, Cariati) e una postazione di trasferimento (Cariati). In questi anni la centrale operativa Suem 118 di Cosenza è riuscita a garantire grazie alle convenzioni stipulate con le associazioni di volontariato, ben oltre 50.000 soccorsi all’anno». «Nonostante tale efficienza, ad oggi, qualcuno vuole disintegrare questo sistema, per interessi politici? Per negligenza? Per ignoranza? Non è dato saperlo, ma di sicuro sappiamo che a pagarne le spese saranno solo i poveri cittadini. Al 31 dicembre 2019 è scaduta la convenzione tra Aso ed Associazioni per il supporto al Suem 118, e nonostante noi fossimo intervenuti già da molti mesi, si è arrivati alla scadenza senza alcuna soluzione di continuità. In questi mesi abbiamo cercato in ogni modo di riunire un tavolo tecnico per evitare un blocco, data l’importanza del servizio, ma a nessuno è interessato». «Da mesi chiediamo di incontrare i dirigenti per fare il punto della situazione - proseguono -. Lo scenario è devastante. Ancor più devastante è il gioco perverso tra l’Asp e la Regione che cercano ora di scrollarsi il problema dandosi la colpa a vicenda, ignorando di essere entrambi i responsabili di questo scempio. Ora basta, Regione e Asp si prendano pubblicamente la responsabilità di far morire le persone, perché è questo quello che accadrà se non verrà sottoscritta una nuova convenzione». «Invitiamo tutta la popolazione, i sindaci della provincia di Cosenza, a lottare con noi per difendere il nostro diritto alla salute, a non permettere che 10 postazioni di emergenza vengano soppresse, con il rischio di non riuscire a soccorrere tutti, o che centinaia di pazienti in dialisi, non abbiano più la possibilità di recarsi in ospedale per effettuare una terapia "Salvavita"», conclude il comunicato.