Immagini nitide. Gli aggressori del gip di Cosenza, Giuseppe Greco, preso a bastonate nelle scorse settimane nel garage del palazzo in cui risiede, sono stati ripresi dalle telecamere di videosorveglianza installate nella zona. I due uomini, impugnando dei bastoni, vengono filmati mentre si muovono a passo veloce per raggiungere il sotterraneo del plesso immobiliare. Hanno il volto coperto da cappucci di lana nera e indossano indumenti di colore scuro. Le immagini sono state acquisite dalla squadra mobile, diretta da Fabio Catalano, su delega della procura di Salerno. I poliziotti pare abbiano guardato e riguardato ogni singolo fotogramma alla ricerca di indizi utili alla identificazione dei “picchiatori”. Un lavoro complesso sul cui esito tuttavia non filtrano indiscrezioni. Del caso si sta occupando il reggente della procura campana, Luca Masini, già coordinatore di altre indagini riguardanti togati in servizio nel distretto giudiziario di Catanzaro. La magistratura inquirente salernitana è funzionalmente competente ad occuparsi di fatti che riguardino i colleghi in servizio nel distretto della Corte di appello del capoluogo di regione sia nella veste di indagati che di parti offese. Giuseppe Greco, che svolge da tempo il ruolo di Giudice per le indagini preliminari a Cosenza, è stato raggiunto e picchiato la sera di sabato 21 dicembre mentre stava entrando in garage. Le sue urla hanno richiamato l'attenzione di alcuni condomini che sono scesi in strada costringendo gli aggressori a desistere e ad allontanarsi velocemente. Proprio l'intervento dei vicini di casa ha evitato che il pestaggio potesse avere più gravi conseguenze. Il giudice se l'è cavata con tanto spavento e qualche contusione. Il fatto di inaudità gravità, non ha precedenti in Calabria. Greco, magistrato integerrimo, ha firmato negli ultimi due anni molti provvedimenti restrittivi nei confronti di criminali comuni, di faccendieri legati alla criminalità economica e, in ultimo, di esponenti di spicco della criminalità organizzata. È toccato a lui valutare il fermo disposto dalla Dda di Catanzaro nel dicembre scorso, contro presunti appartenenti alle cosche cosentine coinvolti nell'inchiesta “Testa del serpente”. Il togato, dopo la vile aggressione, ha ricevuto la solidarietà della sottosezione dell'Associazione nazionale magistrati con un documento firmato dal presidente, Urania Granata e dal segretario Margherita Saccà. Solidarietà accordatagli pure dalla Camera penale presieduta da Pietro Perugini.