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Corigliano Rossano, la guardia costiera sequestra due quintali di neonata

Continuano, lungo tutto la costa ionica settentrionale e quindi nell’ambito territoriale del Compartimento marittimo di Corigliano, i controlli da parte della Capitaneria di Porto allo scopo di contrastare il fenomeno della pesca illegale e riferito più in particolare a esemplari di specie ittiche di taglia inferiore a quella minima di riferimento.

Nel quadro di una vasta attività di polizia sulla filiera della pesca, coordinata dal Centro di Controllo Area Pesca della Direzione Marittima di Reggio Calabria, i militari della Guardia costiera del Compartimento Marittimo di Corigliano Calabro, hanno effettuato, nell’arco delle ultime 24 ore due sequestri di novellame di sarda comunemente chiamato “bianchetto”, per un totale di circa 200 chili di prodotto ittico.

Un primo positivo intervento si è registrato a seguito di un controllo lungo la statale 106 ionica nel corso del quale i militari del dipendente Ufficio Marittimo di Montegiordano, congiuntamente ad una pattuglia della Guardia di Finanza hanno intercettato un furgone con a bordo una partita di circa 150 chili di “bianchetto”, trasportati illegalmente.

Prodotto, questo, che era pronto per essere immesso in commercio e, se venduto al dettaglio, avrebbe fruttato diverse migliaia di euro. Il conducente dell’automezzo in questione è stato multato con una sanzione amministrativa di 10 mila euro per aver violato le normative comunitarie e nazionali.

Alle prime ore dell’alba di ieri, i militari della Guardia costiera di Corigliano, unitamente ai colleghi dipendenti dall’Ufficio Marittimo di Cariati, anno proceduto al sequestro di ulteriori 50 chili di “bianchetto” rinvenuti sulla spiaggia del Comune di Cariati, contenuti in cassette di polistirolo pronte anch’esse per l’illegale commercializzazione.

Il quantitativo di prodotto ittico sequestrato nel corso delle due operazioni di polizia della Guardia costiera, è stato distrutto, dopo le risultanze del necessario esame da parte dei veterinari dell’Azienda Sanitaria Provinciale, prontamente intervenuti sul luogo dove i militari hanno operato.

“Lo sfruttamento indiscriminato, la cattura, la detenzione e la commercializzazione di esemplari di prodotto ittico sotto la misura minima consentita – viene ribadito in Capitaneria di Porto – sono considerati tra gli illeciti in materia di pesca più gravi e, pertanto, più severamente puniti con sanzioni sino ad un massimo di 75mila euro; queste condotte, infatti, determinano un rilevante pregiudizio alla fauna marina in quanto con tale tipo di pesca si impedisce il normale ripopolamento della risorsa ittica, causando un notevole nocumento per l’ecosistema marino”.

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