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Il pentito di Cosenza con il vizio... di Facebook: sui social con mitra e banconote

Adolfo Foggetti nel video "incriminato"

Il pentito con il vizio... di Facebook. Adolfo Foggetti, 44 anni, condannato con sentenza definitiva per omicidio e associazione mafiosa, è stato uno dei luogotenenti del defunto boss di Cosenza, Michele Bruni, morto per un male incurabile nel 2012.

Deceduto il “capo”, Foggetti e l’altro suo “compare” e parigrado, Daniele Lamanna, hanno deciso di diventare “autonomi” aderendo ad un’altra organizzazione – la “Nuova famiglia” –  nella quale contavano di avere ruoli più prestigiosi.

E per questa ragione hanno fatto entrambi da “esca” per attirare in trappola e assassinare Luca Bruni, fratello di Michele e suo legittimo erede mafioso. Le fortune criminali di Lamanna e Foggetti non sono tuttavia durate a lungo per effetto delle inchieste condotte dalla Dda di Catanzaro. Finiti dietro le sbarre, infatti,  i due hanno deciso di “cantare”.

Il primo a saltare il fosso ed a lanciarsi tra le braccia della magistratura antimafia è stato proprio Adolfo Foggetti. Il malavitoso ha esordito con il botto facendo ritrovare il cadavere del capobastone che aveva tradito senza farsi troppi scrupoli. Dopo di lui ha scelto di pentirsi pure Lamanna.

La loro collaborazione con la procura distrettuale è stata intensa. Le due “gole profonde” sono state condannate sia per l’omicidio di Bruni che per l’agguato mortale teso nel luglio 2004 a Francesco Marincolo nel pieno centro di Cosenza. Entrambi, inoltre, sono stati ritenuti con sentenza passata ormai in giudicato appartenenti ad un’associazione  mafiosa. Ammessi al programma di protezione i due ex compari di malavita sono stati mandati a risiedere in località sconosciute.

E mentre di Lamanna non s’è saputo più nulla, Foggetti è invece diventato protagonista di sortite sui social. La più clamorosa delle sue “performance” in rete è un filmato, girato nell’abitazione “segreta” in cui risiede, nel quale si mostra con una mitraglietta presumibilmente giocattolo alla cintola, mentre sfoglia un mazzetta di banconote che lascia poi cadere, una ad una, sul divano del salotto.

Non solo: la scena è arricchita dalla canzone in sottofondo di un neomelodico che inneggia allo “Scarface” della celebre pellicola degli anni '80. Essendo il profilo Facebook del pentito addirittura  “pubblico”, il video è diventato quasi virale. I legali di alcuni imputati l’hanno persino prodotto, chiedendone l’acquisizione insieme ad altri “post” di Foggetti, in un processo per omicidio.

La vicenda non è certo sfuggita al procuratore Nicola Gratteri e al pm distrettuale Vito Valerio che hanno disposto accertamenti. L’inusuale condotta, che non ha precedenti nel panorama giudiziario regionale, potrebbe davvero costare cara al pentito di ’ndrangheta.

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