Ha il sapore di un esproprio forzato e irragionevole quello che l’Azienda ospedaliera ha intrapreso nei confronti dell’Unità di ricerca biotecnologica di Aprigliano. La struttura nei suoi seicento metri quadrati, negli ultimi dieci anni, ha coniugato – raggiungendo livelli di assoluta eccellenza certificata da enti nazionali e internazionali (Eric) – ricerca e diagnosi sulle malattie ematologiche. Adesso, si mugugna ad Aprigliano, l’Ao punta – nella pretesa attuazione del decreto commissariale firmato da Cotticelli e Crocco, sulla razionalizzazione – a portare all’interno dell’Hub dell’Annunziata, sotto la direzione del dottore Salvatore Vaccarella, il laboratorio di diagnostica, utilizzando anche tutti gli strumenti, acquistati grazie ai fondi provenienti dai progetti di ricerca senza che l’ Asp o l’Ao abbiano mai impiegato un solo centesimo. Basterebbe ciò a far gridare alla protesta. Poi se si considera che tutta diagnostica e la ricerca, che si svolge nell’Urb di Aprigliano, non non incide nel bilancio dell’Asp o tantomeno dell’Ao, ci si potrebbe pure indignare. Sarebbe appena il caso di dire, infatti, che i biologi dell’Urb sono pagati con borse di studio erogate dai bandi di ricerca dell’Ail Fondazione “Amelia Scorza”, dell’Airc, della Fondazione Carical e numerose case farmaceutiche. Quindi non si capisce dove stia la razionalizzazione, dal momento che finora la sanità pubblica non ha impiegato un grammo di qualsiasi risorsa – se non limitata alla manutenzione di alcuni macchinari – sia essa economica o di capitale umano. A parte un solo tecnico di laboratorio, a voler essere pignoli, in luogo dei 9 previsti dal protocollo d’intesa del novembre del 2011 e valido fino alla fine del prossimo anno. Protocollo stipulato tra l’Asp – che ha messo a disposizione la struttura destinata come al solito a passare nel novero della cattedrali nel deserto – l’Ao, che si era impegnata a sostenere il progetto, l’Unical, e la Fondazione “Amelia Scorza” oggi anche sezione dell’Ail, che è rimasta titolare della gestione dell’attività di ricerca. L’Ail, inoltre, negli ultimi due anni ha acquistato, con propri fondi, i reagenti vista l’assenza di bandi dell’Ao, mentre l’Ao ha incassato solo nell’ultimo anno 500mila euro di corrispettivi.