Il sindaco di Celico Antonio Falcone si è dimesso. Giovedì mattina, la decisione, con una lettera consegnata al protocollo comunale. La decisione sarebbe scaturita da un’indagine avviata dalla Guardia di finanza a seguito della denuncia di un imprenditore. Non si sa se l’inchiesta riguardi la sua attività di pubblico amministratore. Sulla vicenda si sono strette le maglie del più stretto riserbo. Da ieri non è stato neanche possibile contattare l’interessato. Che, nella lettera, ha giustificato la sua scelta adducendo generici “motivi personali”. La compagine di maggioranza, confermandogli la propria fiducia e riconoscendogli «capacità e onestà», auspica un ripensamento. Diversi esponenti dell’amministrazione comunale dichiarano di non avere notato segnali che potessero far pensare ad una iniziativa «così clamorosa». I più parlano di «un fulmine a ciel sereno». L’opinione pubblica locale è disorientata. Sul piano formale, il sindaco ha venti giorni di tempo per ritirare le dimissioni ed evitare il commissariamento del comune. Falcone è stato eletto per la prima volta alla guida del comune nel 2014. È stato confermato, con larghissimo margine, nella competizione elettorale tenuta a maggio dello scorso anno. In entrambe le occasioni è stato eletto con una lista politica, sotto il simbolo del Pd. Sin dal suo insediamento, sei anni fa, Falcone si è trovato alle prese con una serie di problematiche particolarmente delicate, che, specie negli ultimi tempi, lo hanno messo sotto pressione. La presenza della megadiscarica, contestata dalla popolazione, e i lavori di messa in sicurezza del viadotto Cannavino, con le proteste dell’utenza costretta a continui disagi, hanno prodotto tensioni e controversie. Proprio tre giorni fa, col sindaco di Spezzano Sila, Falcone aveva protestato con l’Anas per i disagi sulla statale 107. Per questo c’è chi avanza ipotesi di ”dimissioni dimostrative”. Ma le ragioni si legano ad un’indagine tuttora in corso.