Ennesimo caso di aggressione da parte di un detenuto nei confronti di un agente di polizia penitenziaria nel carcere di Rossano. L’episodio risale alla mattina di lunedì scorso, quando un detenuto ospitato nel reclusorio di contrada Ciminata Greco si p scagliato contro un assistente capo della polizia penitenziaria. L’agente è stato colpito più volte al torace con una forbicina che il detenuto aveva occultato abilmente tra le dita della mano. Il poliziotto penitenziario dopo essere stato soccorso da colleghi è stato accompagnato presso il pronto soccorso dell’ospedale “Giannettasio” di Rossano, per ricevere le cure del caso. Ma le “intemperanze” del detenuto non si sono placate. Nonostante quanto già accaduto, nel pomeriggio ha minacciato di morte sia il personale sanitario, sia quello di polizia penitenziaria in servizio, però senza ulteriori conseguenze. Quanto accaduto riporta ancora una volta alla ribalta la questione relativa alla carenza di personale all’interno della casa circondariale. Nell’istituto penitenziario di Rossano, ad oggi, sono presenti 290 detenuti circa, gestiti da un organico della Polizia penitenziaria insufficiente e gravato soprattutto da un’età media avanzata. “Tale carenza d’organico, in tutti i ruoli, ormai cronica, si riversa sul personale presente che, con grande abnegazione e senso del dovere, si prodiga quotidianamente per garantire la copertura dei turni di servizio”. Questa la sottolineatura di Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto e Damiano Bellucci, Segretario nazionale del Sappe, che aggiungono come “Tale dato è ancor più allarmante se si considera la complessità del reclusorio di Rossano, il quale ospita vari circuiti detentivi, tra i quali quello riservato ai detenuti per reati riconducibili al terrorismo internazionale. Molti detenuti soffrono anche di problemi psichiatrici e non dovrebbero essere gestiti in carcere, dove non ci sono le condizioni per trattare questi soggetti. Si tratta di persone che mettono spesso in atto comportamenti violenti”. Entrambi i sindacalisti chiedono quindi che il personale di polizia penitenziaria venga dotato dei mezzi necessari per far fronte alle aggressioni: “strumenti come il Taser sarebbero quanto mai opportuni per gestire situazioni di questo tipo”.