Arbitrati milionari, doppi o tripli pagamenti delle stesse prestazioni, spregiudicate speculazioni, cessioni sospette di crediti, sperpero di denaro pubblico, incertezza sull’ammontare complessivo dei debiti, disconoscenza del reale patrimonio aziendale, enorme ammontare di fitti passivi, affidamenti di incarichi professionali all’esterno, ingerenza costante delle fazioni politiche e di lobby di varia natura, carriere costruite a tavolino, assunzioni clientelari e, sullo sfondo, un disastro finanziario. L'Azienda sanitaria provinciale più grande della Calabria, quella di Cosenza, è sommersa dai debiti e da tempo nel mirino della Corte dei Conti e della Procura della Repubblica. Non solo: devono ancora essere approvati i bilanci consuntivi relativi al 2018 e al 2019. Le cause della difficilissima situazione economica sono molteplici e tanto sembra essere legato a gestioni disinvolte, speculazioni volgari e spregiudicate azioni legali compiute per ottenere più volte il pagamento delle stesse prestazioni. La Guardia di finanza ha esaminato montagne di atti, intervenendo in passato anche su sollecitazione dell'ex commissario calabrese alla Sanità, Massimo Scura. L'articolo completo nell'edizione odierna di Cosenza della Gazzetta del Sud.