La Calabria vive la metafora di un contagio che si diffonde sedimentandosi velocemente in una curva che, col passare dei giorni, diventa sempre più robusta anche nel dato degli ospedalizzati. La narrazione del giorno è un incrocio di paure che si rincorrono nel Cosentino con altre 17 persone contagiate nel giorno in cui si riparla di ingressi in Malattie infettive. Quattro nuovi pazienti (l'ultimo è arrivato in serata e, quindi, non compare nel bollettino dell'Asp), quattro percorsi differenti ma ugualmente inquietanti che servono a saggiare la capacità di risposta dell'“Annunziata”.
Sono tredici i letti attualmente occupati nel reparto (con un quattordicesimo in osservazione breve intensiva perché manifesta sintomi tipici della malattia ma non ancora verificato da tampone) che offre la possibilità di trattenere i malati al riparo dalla morte. In totale, per adesso, i posti sono 34 (quindi, attualmente ci sono 22 posti liberi) ma l'obiettivo è quello di far salire la disponibilità. Tredici ricoverati in mezzo ai dubbi e all'angoscia per un killer che non segue mai la medesima traiettoria, non prende mai tempo, non aspetta. Colpisce all'improvviso, tutti, nessuno escluso. Tra i 267 contagiati in provincia non ci sono solo i pensionati con un quadro clinico di partenza già fragile, ma ci sono anche neonati, giovani, adolescenti, tutti trascinati nel punto cieco e buio della loro esistenza con o senza sintomi.
L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Cosenza
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